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La repubblica del Pornasio

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Finalmente, l’Italia è diventata un Pornasio,

l’amore di battere (sui tasti) ha adescato il cittadino medio,

la borghesia ex democristiana si spintona nelle redazioni dell’atelier,

epigoni, a branchi, pascolano sui monti d’Elicona,

sui blog ipertrofizzano critici non degni di Nota,

sono diventati tutti vati, arroganti e maleducati,

l’attempato scrittore del ‘92 ci richiama,

con insulti d’ogni genere, alla deferenza,

lontano kilowatt dal capire che esser usciti con due plaquette

Collelieto da 1000€ è indice di mera deficienza,

vallo a far intendere che la democrazia lirica non è la democrazia dei dilettanti,

non basta saper mettere una croce sotto un testo a diventare Cavalcanti.

 

Mettiamoci una croce sopra, dai!, e una fossa sotto,

a vecchi rincoglioniti blateranti con lo stile di Zanzotto,

c’è un ritorno ad Omero, buon’anima, nella corsa al precipizio

delle giovani promesse della poesia contemporanea, settantenni da Odissea (nell’ospizio),

i dati sociologici ci dicono che s’è alzata l’aspettativa di vita artistica,

magari con pasticche di Viagra a sbloccare afflussi alla vena conformistica,

e noi, “generazione dimenticata”, a quarant’anni vagiamo rannicchiati in posizione fetale,

accompagnati da cinquantenni e sessantenni in piena crisi prepuberale.

 

Pornasio, l’arte italiana è diventata una Reggenza del Carnaio,

tutti arrapati a mettere bibliografie sui siti come scambisti nel capannone d’un materassaio,

a chiedere recensioni, a scrivere recensioni, a vendere recensioni,

a sostenere, con burbanza, che collaborare ad antologie a pagamento è un gesto da cafoni,

salvo scoprire i medesimi, coerenti, a vender corsi e introduzioni a prezzi di mercato,

l’artista mestierante vuole essere appagato, o strapagato?, lasciando a fine corso, debito, certificato.

 

Chi non sa fare niente scrive, o cerca di candidarsi in assemblea

di condominio, rionale, comunale, regionale, nazionale o europea,

roba che a saperlo Giordano Bruno sarebbe morto di diarrea,

senza il fastidio di dover finire al rogo nel tentativo disperato di difendere un’idea,

sono stati inutili cinque anni d’università, tre di liceo, due di ginnasio:

se avessi fatto il baby squillo o l’enfant prodige della grammatica italiana,

avrei meritato maggiore stima nell’artistica repubblica del Pornasio? 

 

     [Qui gli austriaci sono più severi dei Borboni, 2015]

 Ivan Pozzoni - 23/03/2018 18:22:00 [ leggi altri commenti di Ivan Pozzoni » ]

Pozzoni nero.

 Giuliana Campisi - 23/03/2018 09:42:00 [ leggi altri commenti di Giuliana Campisi » ]

Come non darti ragione? Splendida questa rimbombante protesta alla mediocrita’, detto in parole povere, ma siamo figli di questo tempo che non concede basi forti ed allora ci aggrappiamo a piccole apparenze per far sopravvivere un’interiorita’ che e’ diventata solo un pozzo nero.

 Ivan Pozzoni - 22/03/2018 17:54:00 [ leggi altri commenti di Ivan Pozzoni » ]

Grazie, RMC! La malattia è invettiva!

 Rosa Maria Cantatore - 22/03/2018 16:01:00 [ leggi altri commenti di Rosa Maria Cantatore » ]

e vai con l’invettiva!!!
Bravo: una stretta di mano è d’obbligo.

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