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al testo di Redazione LaRecherche.it
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Insisto sono implacabili i giorni legnose le ore che discendono il fiume e il nostro petto allontana tutto ciò che è randagio Meglio accingersi a disporre parole che sopravvivano a quel che mai è definitivo come un aereo che si schianta un pettine che si spezza una coppia satinata che si scrosta un ombrello che si buca un portone altissimo che marcisce una parete che rovescia fuori piccoli topi bigi Solo una ragnatela di ricordi non si turba all'aria spaccata dal tuono ed anzi è un gerundio che prelude a una seconda nascita ammesso che si sappia ascoltare la risposta da un luogo più isolato della errabonda e infruttuosa solitudine e non sorprenda il fischio del merlo né si spenga la lucciola nel faro Abbiamo ginocchia dure punte dal frumento piedi ostinati che tengono dietro al sentiero più scosceso dita incoscienti e lingue che incoronano il lume della ragione spesso irrorate però dal disordine dei sentimenti Nei suoi soliloqui mia madre apriva grandi braccia sferzate da capelli infuriati mentre temeva il fortunale sulle strade del mare Io vorrei l'onore di un atto compiuto in una terra buona per i versi versi che lascino un segno delicato ma non labile come graffio di gesso Insisto voglio calarmi in una tomba senza allarmi e senza fiori cagionevoli Depormi addosso una poesia con l'unica fama d'essere stata composta
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Nessuno cercherà la tomba del poeta quand'egli avrà detto È il momento dell'orchidea nera Né scuoteranno dalla polvere i suoi fogli S'illuse in vita d'esser fiaccola adesso non è più che ventilata fuliggine e non c'è catalogo che all'asta metta le sue ossa Amò l'ombra gentile e il gentile rovescio del fragore in terre accessibili e fatue Lesse Bataille e potente la voce di Joyce Mansour Sprezzò l'oro sull'orlo del pozzo e gli sbuffi della cortigianeria nutrito come un pesce nella boccia triste tenuta in un favo di silenzio e buio Nessuno troverà quel che fu suo ed egli resterà nel grembo scontroso dell'ulivo senza temere i colpi della vanga o compiacersi della chiarità di una preghiera nella ciotola dell'acqua Fuori continuerà il mercato dei primati con pavoni inabissati nell'evanescenza del rivoltante sgomitare e bisognerà dissimulare il dolore prima che sporchi le ciglia Non si spezza mai la vanità ingorda di uova di civetta di sfavillanti nastri su palchi tintinnanti di glorie su barca che àncora affida all'indifferenza peggiore della morte Ma non importa resta il privilegio d'aver offerto appoggio all'allodola che si compiacque di planare e aver armato piccolo carro di battaglia contro le cattedrali della boria il dispotismo che preferisce anime inani e ricchi epuloni col vizio dell'applauso Sono brulle stagioni in punta di catena e aver parlato al mondo non più è stato che un frugare nella sabbia serica vacua
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Orario morto al bar schermo che blatera le solite notizie Dietro il banco il ragazzo consuma lo straccio sul ripiano avanti e indietro da tempo immemorabile da quando forse sfilavano carrozze e tossicchiavano i primi tram Le poche paste si vergognano del dolciastro mosciore palpato dalla proboscide della stessa mosca eterna l'aria condizionata s'è ritirata sotto ascelle sudate e non tira respiri Cosa accadrà al mondo dell'eternità frattanto Si materializza un nano fatica a inerpicarsi sullo sgabello Come si fa a dargli una mano senza offenderlo potrebbe insultarti disintegrare la tua buona intenzione sotto le ruote dentate di un ringhio Cave signatum si dice Bisbiglia qualcosa come appena inginocchiato al confessionale Il ragazzo gli sorride o maschera una derisione che somiglia a una pesca sbucciata in fretta morsa e ingoiata Traffica gli pone davanti senza cerimonie un bicchiere colmo di sangue e cavallette da sgranocchiare in un piattino Sono buone non avere pregiudizi mi sussura la ragazza materializzata dalla musica di una pubblicità Posso sedermi mi offri qualcosa non ho mangiato La gente è nemica della vera arte non capisce mi sono fatta cacciare dall'accademia fa' niente troverò lo studio di un pittore gli farò da modella e toglierò le mutandine mi accetterà come una Jeanne Hébuterne * e quando diventerò famosa andrò a pisciare nelle orecchie a tutti quanti venderò tanti quadri e il prezzo il prezzo potrebbe essere la morte Se credi me li sfilo qui adesso gli slip li puoi annusare per una prima colazione e potrei farti il ritratto nudo sei un bell'uomo non come quel barista femmeniello che si depila e rifa le sopracciglia Quattro anni son durata accanto a uno che mi amava più di me Non era ricco non era vecchio non era male ma proprio questo faceva la differenza Prima che il desiderio di appiccargli fuoco mi desse alla testa sono scappata e il frutto della solitudine mi ha fecondata Ho dormito dove capitava e mi sfamavo al buffet di poeti e artisti senz'ascoltare una parola di puerili stronzate uno starnazzare credi un cornacchiare e disprezzando tele orride da patttumiera Vorrei un croissant con marmellata d'arancia se c'è e una cioccolata fredda e magari un tramezzino Non è dato farsi illusioni su quel che tra me e te dopo accadrà Ho molto sonno un sonno di tristezza e glassa bianca se mi capisci un sonno zuccherato Se ora chiudi gli occhi oppure se ti volti non mi trovi più Decidi in fretta ho sonno un sonno di tristezza e glassa bianca un sonno zuccherato
NOTA: detta 'noix de coco', si uccise al nono mese di gravidanza dopo la morte di Modigliani. Il suo epitaffio: "Compagna devota fino all'estremo sacrifizio"
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Languida è la tua pelle Temo di lacerare qualcosa con la compassione che queste dita provano per la bellezza accecata Ma la grazia è un segno sonoro ed è veggente dei sofferti dubbi di passaggio Sarebbe così strano notare che l'insonnia poggia su un violino astratto e che l'amore mai rinuncerà ai fiati flautati del suo tormento Sarebbe un po' volgare racchiudere il ribrezzo del declino in pochi versi che son ossa cave sarebbe incomprensione della forza creativa e niente in grado d'opporsi a ottundimento di vecchiaia a vene che respingono il sangue a disperazione frammentata in poche lettere lette con l'avidità di chi dimentica le sensazioni umane di chi annotta il suo cuore di chi rende dal di dentro rallentati i gesti e sia in pensiero seriamente per l'inerzia E c'è chi ritiene sovrastimato l'incalzare di un bacio chi pretende slegati i destini in una leggerezza paradossale C'è chi trova angusto l'intimo rapporto tra la purezza della eco e la maturità della circostanza C'è che un bacio è un egoismo naturale che in un viola suggerito sfuma ed ha sostanza di fiamma nella esitante implorazione primaverile improvvisa come in un bruciore soffice dei venti
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Nessuno avrebbe detto che fosse così piacevole intrattenersi occhi negli occhi accucciarsi come se si indossasse un abito molto elegante e si reggesse levissima una tazzina proprio di fronte ad una strada chiusa da un fermaglio Chi avrebbe detto mai che toccasse all'abilità delle mani stendere la curiosità di esplorarsi e poi lasciar sfrigolare un fiammifero La sera si affievoliva come un lento prolungato sorso di bourbon ed il letto aveva la qualità accidentale delle stoffe in un bazar Guastava assai la riflessione sulla vecchiaia sull'abbandono sui fossili di una natura morta dentro al cuore che pregustava nuova identità e niente amori inamidati Mi chiamo Attilio Io Diana Costruisco case Faccio cartamodelli Ho una cena fredda e solitaria Prendiamo un cartoccio di fave All'improvviso ho freddo E' passato l'angelo della morte Mi fa male un ricordo Con un bacio ti cade il dente e non ci pensi più Già non ci penso su Chissà che aspetto hai tutto nudo Ho sbagliato a spogliarti con gli occhi magari mi smonta il colore del tuo reggipetto O la tua erezione dorme nella ultima carrozza Io dico ci proviamo poi chissà vedremo Sei tutto depilato Non hai fatto la ceretta come l'ex ragazza milanese Lo facemmo nell'ascensore cretini come cuccioli Attilio mi sento profanata Cosa Da una tristezza strana Così all'improvviso Sì così all'improvviso Prendi una boccata di fumo settimane mesi forse anni seguiranno O poche ore Chi può saperlo perché pensarci Vieni sono quattro scale Non resisterò fino al pianerottolo Sono bagnato anch'io e ho perso le chiavi
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