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al testo di Salvatore Solinas
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Vento che spiri tra i rami dei tigli Imperlati di teneri germogli E porti il canto degli uccelli Di balcone in balcone E i profumi dei fiori Alle narici viola degli insetti, Che conosci il moto lento dei pensieri Quando di notte si piegano confusi Nel cavo buio del sonno. Vento che gonfi vele Che porti bianche ali sopra gli occhi, Echi sommessi di lontane voci Dietro le porte sigillate del tempo. Nulla rimane sulla strada montana Che all’impazzata percorri. Signore dello spazio Le nubi che trascini dai più remoti orizzonti Hanno pioggia gioiosa e infantili giochi Malinconia di vaste solitudini. |
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