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Ti inseguiamo ancora

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Ti inseguiamo ancora.
Con la corsa anelante e rotta
dei mille cani randagi
sull’asfalto spaccato
da troppi soli.
Le mascelle addentano
il vuoto della nostra fatica.
Abbiamo bave lente
ai bordi delle bocche,
l’abbaiare si è fatto sempre più
un lamentoso addio
che non vuole ascoltare le zampe
che vorticano la disperazione
per il padrone più in là,
di quel passo sempre più in là.
Dalle ossa invisibili
si sono formate le colline
e persino i monti più alti
echeggiano spesso un sibilo
che tanto piace al padrone
che lo crede dell’aria o del sole.
E quando si libra verso il cielo,
sui nostri cadaveri neri
poggia i piedi ignari e crudeli.
E noi lì, sempre lì,
più indietro,
per la durata di tutte le lune
senza mai uno sguardo
rivolto all’affannoso inciampare.
Nessuno fu più fedele di noi,
nessuno con tanta costanza
ti seguì per essere preso
una sola volta da un suono.
Non troverai più nessuno così,
padrone,
Parola.

 Ivan Pozzoni - 06/02/2018 00:40:00 [ leggi altri commenti di Ivan Pozzoni » ]

Complimenti: interessantissimo!

 Mauro Savino - 11/06/2011 17:54:00 [ leggi altri commenti di Mauro Savino » ]

Finalmente una restitutio in integrum a quanto si è sempre dato per scontato, nella costituzione di rapporti di forza sempre troppo umani.

 Loredana Savelli - 16/07/2010 14:43:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Un inno alla fedeltà ostinata e assoluta. Ma a chi?
Un testo potente, che ti prende, anche rimanendo criptico.

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