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Un mattino come tanti, Professore!

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- Qualcuno di voi sa dirmi perché non si danno le perle ai porci? -
Dopo qualche istante iniziarono ad alzarsi poche timide mani.
- Prego, signor T., ci illumini. -
T. abbassò il braccio e rispose :
- Sarebbe inutile, Professore. I porci non saprebbero cosa farne se non mangiarle. Bisognerebbe dare le perle a chi sa apprezzarle, magari una bella donna o un gioielliere. -
- Bene signor T. - rispose il Professore - La ringrazio della sua risposta pronta e illuminante. Vorrei però approfondire, se non le spiace far da cavia.
La sua sembra senz'altro la risposta più sensata nonché la più condivisibile ma, ci sarà sempre un ma in questo corso, le proporrei un'altra versione forse meno nobile della sua.
Le perle ai porci non si danno perché essi non sono avvezzi a cacare collane o orecchini. Se i maiali fossero gioiellieri, come diceva poco fa, le perle gliele daremmo eccome! Ora, vede signor T., sappiamo che nessun maiale è gioielliere ma sappiamo anche che qualche gioielliere è di sicuro un porco, come giustificheremmo il fatto che uno dei due ha le sue perle e l'altro rotola nel fango? -
I risolini sparsi tra l'attenzione della classe come chicchi di grano in mezzo all'aia spezzarono per un attimo il silenzio di quell'ora mattutina al principio dell'estate.
Il Professore proseguì:
- Mi faccia spiegare, la prego signor T. di non prenderla sul personale, con altre parole. Lei conosce il paradosso delle scimmie alla macchina da scrivere, meglio noto come paradosso di Borel? -
Presi pochi secondi per ragionare, il signor T. (che di fatto era abbastanza sveglio nonostante fosse poco più di un ragazzo), rispose:
- Se non ricordo male, dovrebbe riguardare la teoria delle probabilità...-
- Molto bene signor T., se vuole una nota di merito, però, dovrà sforzarsi di darmi un po' più di così. Coraggio, non sia timido. -
- Okay, Professore, però non vorrei sbagliarmi... Allora... Ehm, era qualcosa su delle scimmie instancabili che scrivono la Divina Commedia, credo... O Shakespeare e ad un certo punto si arriva ad un enunciato matematico e a qualcosa sulla possibilità che un evento si realizzi... -
Breve silenzio imbarazzato, di nuovo risolini della classe.
- Bene signor T., grazie. Dunque, il paradosso di Borel afferma che sia sempre possibile comporre una qualsiasi opera letteraria digitando casualmente le lettere di una tastiera, ovvero modellando una successione di variabili aleatorie che assumono, con una certa probabilità prefissata, i valori zero o uno; ragazzi, significa che se le lettere dell'alfabeto fossero in codice binario (e tutto può essere tradotto in codice binario) ci sarebbe almeno una possibilità su infinito che persino una scimmia alla macchina da scrivere componga il vostro libro preferito. Per approfondire guardate pure su Google.
Ma (di nuovo il nostro amato/odiato ma) che fine farebbero secoli di evoluzione linguistica, filosofica e grammaticale, la tanto decantata ragione umana, se tale eventualità si realizzasse? Non è forse vero che un tale fatto metterebbe in discussione l'intera cultura alla quale siamo abituati?
Questo, ragazzi miei, signor T., è il vero motivo per cui non si danno perle ai porci e per il quale la cultura è relegata in orribili salotti abitati da gente tronfia e arrogante con la predisposizione ad identificare l'ignoranza come il fango in cui debba rotolare chiunque non sia considerato degno di unirsi al club, il popolo nell'accezione negativa di volgare, additato come ignorante e dunque inferiore; non si possono dare perle ai porci perché l'eventualità che un giorno uno di essi cachi una collana o degli orecchini metterebbe tutti i gioiellieri del mondo nella difficile posizione di trovare un nuovo impiego o di assumere un maiale stipendiato, si potrebbe scoprire che se qualche gioielliere è porco, anche qualche porco è gioielliere e non sia mai, per carità...
Tutti vogliono essere migliori di qualcun'altro, nessuno vuol essere da meno anche se ciò significa sacrificare la parte più vera del proprio io per adeguarsi alle posizioni correnti.
Non sia mai che si metta in discussione nulla, la ragione, ragazzi, sta nel servire il più forte e un calcio in culo all'umanità, come direbbe il Bertoli.
Non sia mai che qualcuno arrivi a livello, bisogna continuamente alzare l'asticella, segnare la differenza tra voi e gli altri, questo, ragazzi miei, signor T., è l'unico modo di piacere.
Quindi, sì signor T., se lei ha intenzione di aver successo, di piacere agli altri con la supposizione di piacere a sé stesso e magari fare fama e fortuna, continui pure a dire che non si danno perle ai porci perché essi non sono in grado di apprezzarle, cerchi con insistenza le belle donne o i gioiellieri a cui donarle ma tenga presente che elevarsi su dei maiali non è una gran vetta e che la possibilità che una di quelle bestie la possa scalzare è provata scientificamente; ragazzi, signor T., se volete davvero piacere, aver successo ecc, tenete le scimmie lontane dalle macchine da scrivere, chessò, buttate loro una banana o schiacciatele con i talloni degli insulti, con gli sputi del discredito, dell'indifferenza; tenete i maiali lontano dalle perle e, ne sono certo, ce la farete. -
L'applauso nacque spontaneo e fragoroso, l'aria rimbombava di giovani mani e sorrisi. Quando, dopo circa tre minuti, l'applauso si spense, il Professore attaccò di nuovo a parlare:
- Bene, grazie signor T. per essersi prestato alla lezione odierna e grazie a tutti voi ragazzi. Per la prossima settimana il tema da sviluppare sarà, aperte virgolette, fattelo piacere o vai a quel paese, un racconto di crudele buon gusto, chiuse virgolette; saranno ammesse anche forme audiovisive, multimediali, teatrali e, in definitiva, qualunque cosa la vostra mente partorirà. Ah, e Di Lella, lei ha una nota di demerito per essersi presentato in ritardo, mi aspetto che la recuperi entro la fine del trimestre. E si lavi PRIMA di venire a lezione, l'igiene è una cosa importante, per l'amor del cielo! -
- Anche una corretta idratazione... -
- Come ha detto, scusi? -
- Niente Professore, dicevo che non mancherò. -
- Bene ragazzi, a settimana prossima. -
L'aula si svuotò piano piano nel lento defluire di gambe, busti e culi attraverso la porta, la mattina non era più così fresca oramai trasformatasi in meriggio.
I giornali dell'edicola riportarono la notizia di un terribile attentato nel centro di una Capitale, il traffico scorreva lento e qualche nube stazionava di un bianco ozioso nell'est azzurro indifferente che avvolgeva il volo basso di qualche gazza; una giornata come moltre altre insomma.

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