LaRecherche.it
Scrivi un commento
al testo di Annamaria Pambianchi
|
|||||
Mi scrive una quercia centenaria - ciarliera figura di famiglia - che da secoli m’accompagna come compositrice provetta di spartiti per torcicolli rondoni fringuelli. “Ti mando – dice – poche note intonate dal coro dei piccoli allievi – i ramoscelli –. Maestro concertatore il vento a battere timbro e tempo.
Noi alberi, creature sospese tra terra e firmamento, siamo il ponte (valicabile a scelta) delle promesse tra voi e il fervente viale celeste. A volte vi prendiamo in braccio cullandovi come fanno gli antichi avi apparsi nella brughiera del sogno. Vi salviamo dai vostri buchi neri. Ma voi ve ne accorgete?”
Accompagnaci, ti prego, sotto l’arco benedetto nel vivaio del cielo. Fa’ che le nostre labbra germoglino il miele paziente, il fiore del sollievo.
Fa’ che l’occhio veda nel deserto l’albero di manna sincero teso a onorare la cattedrale del vero contro ogni incendio di astio infetto.
Fa’ che riconosciamo l’inferno di tutti i giorni e ne stiamo distanti a eseguire un trepido allegretto. |
|