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al testo di Alberto Rizzi
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Sì è un insieme di segni alla fine e se guardi distratto di macchie
indeterminatezza
Ma il tatto dice altrove permette conoscenza pur se entro il campo d’esistenza che nòstraménte circoscrive a sé
così la corteccia offre approccio al con/tatto respiro e battito nella mappa che ciascun tronco differisce così dall’altro e che reciprocamente ci si comparano nella nostra inquieta interiorità
E una foglia che cade un frutto o fiore a volte
sono io che guardo attraverso le mie mani
sono piccoli oggetti che diventano me
(tratta da una raccolta inedita ancora senza titolo) |
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