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al testo di Pasquale Antonio Marinelli
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Come un gabbiano ferito, barcollante e lacero, volerò per i vicoli ciechi. In un silenzio caparbio e trucido lascerò morire i sogni. C’è troppo vento per continuare il volo. C’è troppa luce per seguire la giusta traiettoria. Tra i solchi profondi del viso lascerò che le lacrime scorrano. All’ombra di un pallido sorriso circonderò i giorni più belli. C’è un desiderio, ferito nell’orgoglio, ma vivo. C’è un mormorio, spento da un lamento, ma vivo. Morirà anche questo momento, come muore il sole a sera. Morirà con quel gabbiano che cade nel mare in bufera. E la notte scende minacciosa sui nostri occhi, chiusi da tempo. |
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