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al testo di Roberto Maggiani
Vita estrema
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Grazie Ferdinando, Rosa Maria e ancora Franca, per la vostra attenzione. @Ferdinando: mi fa piacere che tu sia riuscito a sfogliare il libro. Non nego che anchio certe volte sono in difficoltà ad acquistare libri che vorrei leggere, proprio perché hanno un certo prezzo di copertina; se dessi retta spenderei buona parte dello stipendio in libri ma non posso farlo pertanto seleziono e poi qualcuno provvede al resto che mi manca. Per questo avrei voluto un prezzo più basso ma non è dipeso da me. Pazienza. Riguardo ai lettori... Non nego che sia piacevole rileggere le proprie poesie e lo faccio ad ogni uscita di un libro, cercando di mettermi nei panni di un lettore che non sia lautore (operazione non facile). In ogni caso penso che un autore che pubblichi non possa che desiderare di essere letto (e non per fare soldi, anche perché in poesia non si guadagna nulla ma si perde molto, almeno per me è così), semplicemente per quellesigenza primordiale che è la comunicazione del sé, in attesa di approvazione o disapprovazione, in ogni caso entrambe esperienze assolutamente positive. Un caro saluto.
Giulia Tubili è molto brava, ne approfitto per ringraziarla ancora.
Caro Ferdinando, visto che mi hai chiamato in causa, ti rispondo che condivido, almeno in parte, quello che tu affermi sulla poesia. Però, anche se "in primis" il lettore per eccellenza della poesia è colui che la scrive, appare sempre più evidente la ricerca di un pubblico da parte di tutti gli autori (forse qualcuno si autoesclude?) per una forma di sublimazione dellego o meglio per una forma di confronto su ciò che si scrive. La mia disanima sulla poetica contemporanea e i dubbi che permeano sempre il mio "modus operandi" alla ricerca di un mio percorso poetico, affine al mio sentire, scaturiscono dalla confusione in cui ci troviamo immersi in campo artistico e letterario. In Roberto Maggiani spesso larte si fonde con la poesia in un gioco sottile di linee, colori, suoni, immagini, parole. Bellissima la sua audio poesia, letta in maniera chiara, pulita, inconfondibile. Ogni parola è cristallizzata in una forma ed acquista risonanza al di sopra delle immagini, al di là del momento contingente. Complimenti alla lettrice Giulia Tubili, oltre ovviamente a Roberto!
Ho sfogliato, poiché incontrato "casualmente" in una libreria, lultimo del Maggiani, che, purtroppo, per mancanza di fondi personali (la cultura costa) non ho potuto (ancora) comprare, malgrado mi avesse fin da subito "catturato". Perché scrivo ciò? Perché, fuor di polemica, ma, come dice altrove Franca Colozzo, per un confronto aperto e arricchente (almeno per me), vorrei riprendere sia il commento di Antonio sia quello di Roberto in risposta, concludendo poi con un mio " giudizio critico" sulla poetica del Nostro autore. La poesia non è democratica in espressione, semmai in accesso alla possibilità del suo farsi a tutti, la lettura le viene intanto garantita dal suo autore medesimo, quindi non "deve" rivolgersi a dei lettori (altro è la poesia di "regime"), poiché non è, la poesia, comunicazione denotativa. Infine, sul Maggiani, anche a dimostrazione che il verso libero ha in sé dignità darte, al pari delle forme chiuse e più classiche (non più ortodosse): si caratterizza per unaccurata ricerca formale, arrivando ad un testo nettissimo, ripulito di ogni " esuberanza" espressiva o discorsiva; Um "disegno" pulito l, che esprimesi una prosa poetica, ma una sublime poeticità della lingua in cui il poeta Maggiani si esprime.
Ciao Cristina, Franca e Antonio, grazie per la lettura (o ascolto) e i commenti lasciati, che trovo interessanti... simpatico quello di Franca. Il riscontro è sempre importante per calibrare la propria ricerca in un flusso di relazioni, non cè scrittore che possa prescindere da chi legge, non avrebbe senso una scrittura senza lettori. Ovviamente si tratta di ruoli intercambiabili.
Amo sostanzialmente poco le poesie in versi liberi (perché spesso esse sconfinano nella prosa o, nel caso delle poesie pseudoermetiche, nellincomprensibilità) , ma mi tolgo il cappello (anche se non lo possiedo) davanti a una poesia come questa. I versi sono piacevolmente calibrati e le parole sono quelle di tutti i giorni, requisito essenziale per far recepire il messaggio poetico a tutti, requisito giustamente democratico. Il contenuto, poi, è alquanto accattivante per il suo onirismo (alla "Volare" di Domenico Modugno, per intenderci) , per laver saputo ben porre laccento su giornate particolari in cui, come suol dirsi, ci pare di non stare né in cielo né in terra, su giornate di fantasticherie. Ma qui il poeta precisa che è solo sulla terra che gli sembra di non essere, forse evitando così di vederne i tanti aspetti negativi, assenti invece in cielo e perfino sotto il mare...
Caro Roberto, il tuo fluttuare nelletere o in fondo agli abissi ha qualcosa di surreale e a quellarte ammicca, pur nella consapevolezza della forza di gravità che ti lega alla terra. Comunque ogni tanto stai attento a dove metti i piedi perché io, altrettanto rapita dai pensieri e in allegro volteggio sulle nuvole, sono precipitata dalle scale di casa. Ritornando, ancora frastornata in me, mi sono chiesta: "Ma dove hai la testa?". Per fortuna illesa, lavevo ancora sulle spalle con in più un bernoccolo, ma intatta. Un saluto affettuoso. Buon inizio settimana.
Sorridendo, o perlomeno sdrammatizzando i troppi pesi che il cosiddetto reale ci vorrebbe imporre con suoi linguaggi standardizzati e omologanti, questa poesia mi sembra un manifesto post-psicanalitico! nel senso che rivisita i (pur geniali) dogmi concettuali della psicoanalisi portandoli sul terreno del gioco linguistico che, appunto perché gioco, si apre a ramificate interpretazioni. Un inno alla libertà di essere i nostri sogni, quello che davvero sentiamo e desideriamo su noi stessi. Semplice profonda divertente un po surreale e bella.