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Era un vecchio cane

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Era un vecchio cane dal pelo bianco,

la sua età corrispondeva circa ai nostri sessanta anni,

ma nell'animo era ancora un cucciolo,

con la ritrovata voglia di vivere,

perché amava la sua padrona e avrebbe dato la vita per lei.

Quest'ultima,

una signora di mezza età, bassina e neanche magra, con capelli e occhi neri,

una mattina di mezza estate scese in cortile col suo gatto fra le braccia,

non vide il cane e se ne meravigliò,

provò a chiamarlo, ma niente.

Un'ombra attraversò il suo viso, era abituata a trovarlo sempre ad aspettarla.

Notò che il vicino la osservava, allora gli chiese:

"Ha visto per caso Vincente?"

"Si, l'ho visto stamattina uscire dal cortile"

"Coosa?, ma non l'ha mai fatto, può essere in pericolo là fuori,

può finire sotto un'auto o in un burrone."

"Oh non credo, sa badare a se stesso."

"Ma perché l'ha fatto?"

"Credo di saperlo, è bastato guardarci negli occhi,

e penso che non le piacerà sentirselo dire."

"Voglio che me lo dica lo stesso!"

"Bene allora, Ricordo ancora quando, quasi un anno fa,

solo e sperduto lo accolse con amore

prendendosi cura di lui come un essere umano,

dandogli tutto l'amore di cui era capace.

Passava tanto del suo tempo con lui,

gli ha insegnato tante cose, rendendolo degno della sua razza,

proprio per questo scelse quel nome: "Vincente".

Quanti giochi facevate, quanti sorrisi,

gli parlava tanto e lui l'ascoltava con devozione,

come se capisse ciò che gli diceva,

era rinato a nuova vita.

Poi,

piano piano, ha cominciato ad allontanarsi da lui,

giochi e sorrisi si sono diradati,

le parole si sono tramutate in silenzi,

vi erano giorni che non si faceva vedere e sentire neanche,

era diventato quasi invisibile, un peso,

un qualcosa di cui si poteva fare a meno.

Oh certo, le sue famose occupazioni,

le sue cose "personali", o piuttosto non era una fuga la sua?

Ma nonostante tutto, lui era sempre lì ad aspettarla,

tutto il giorno davanti alla porta o sotto la terrazza,

con le orecchie tese come a voler rubare al silenzio anche solo una sua parola.

Ho visto il suo sguardo spegnersi pian piano,

lo vedevo guardare l'uscita del cortile,

ma subito si girava, con un'espressione di speranza negli occhi,

per vedere se lei arrivava,

e credo di aver visto anche delle lacrime scendere dai suoi occhi.

Negli ultimi giorni il suo vuoto sguardo era sempre diretto verso l'uscita,

finché l'ha imboccata.

So dov'è andato,

è andato a cercarsi un angolo dove dovrà solo aspettare che la sua misera esistenza abbia fine."

"Io vado a cercarlo."

"No, glielo impedirò se ha intenzione di continuare a trattarlo come adesso,

sarebbe troppo atroce illuderlo ancora, non può spingersi fino a tanto.

Che le piaccia o no, anche lui ha un'anima e prova emozioni come noi.

Se lo andrà a cercare, dovrà prendersi cura di lui come non mai,

dovrà dimostrargli quanto amore ha per lui,

come lui ne avrà per lei fino al suo ultimo respiro,

è per amor suo che ha deciso di andar via,

proprio perché la ama a tal punto che ha deciso di liberarla di quell'inutile peso che era diventato.

Si tenga ben stretto il suo gatto, almeno lui.

La saluto signora De Curtis."

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