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Dal lavorio dei tetti

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PERDUTI E PROSSIMI

 

A uno a uno in fila

ogni mattina

svolta, pensilina

c’è un ordine a tenere ferme

le tormente, pieni di valeriana

e integratori, carichi di costanza

e umori da tenere alti.

Non passa

una premura per le soglie

l’aria dolce l’aria salata

corrono via nei viali

e noi chiusi in rigide spallette

saliamo cedue rampe di pietà

echi, flash che a sfiorarci

è tutta l’anima smembrata

un po’ illesa un po’

dove s’addensa la nebbia

e le tregue, le tregue

quando arrivano

con la pace selvaggia

gettano iperboli e ossigeno.

Loro forse sanno

che abbiamo un filo al polso

che siamo sempre prossimi

a tornare.

 

 

 

CIFRE INCANCELLABILI

 

Le piccole cose le iniziali

cifre incancellabili

tatuaggi della carne

le diciamo sottovoce

le fissiamo in dormiveglia col sudore

sulla faccia incorrotta delle soglie.

Cogliere, cogliere

cubiti di sguardi andati a sciogliersi

nella stanza delle albe al fuoco puro

dove l’aria ci attraversa

come una mancanza

non come un vuoto e il gesto

migliore per fermarla

è un muro bianco, la sintonia

con la tua fronte

dell’anima del chiodo. Quanto?

se un’arrendevolezza apre la calce

vuoi nascondere l’acqua ma la quiete

prende via le radici, sono sabbia,

si volge a te come il vicino

a un’ora che si spezza

ti chiede un po’ di zucchero

e in cambio ti offre il piatto

di un arcano dolore, sussurra

un grazie -di essermi fedele.

 

 

 

FOSSIMO STATI ALBERI

 

Tutto ci viene dato

come dentro un’immagine

appena appena socchiusa,

perfino le voci s’impastano ai soffioni

gravide esposte appese alle albe

con una lena estrema, di Foucault.

Fossimo stati alberi, in una legge antica

ad insegnarci come si sta

a cielo aperto di ogni tempo

immarcescibili,

l’annodarsi alla luce

e alle sue linee mosse

nonostante i fumi degli ossidi

dissolvenze ferite memorie.

Senza permesso esserci

frutti accordati al sapore

di polpa mitologica e non scienza.

Tutt’un segreto -radice d’aria,

un fruscio di sentieri

dove anche il più bel furore

si scioglie in humus.

 

 

Premio Letterario Il Giardino di Babuk - Proust en Italie, V edizione 2019, Opera terza classificata nella sezione A (Poesia inedita) ]

 

 Rita Stanzione - 05/05/2019 08:26:00 [ leggi altri commenti di Rita Stanzione » ]

Grazie a voi, Francesco Rossi e Franca Colozzo, e a ogni lettore.

 Francesco Rossi - 02/05/2019 20:51:00 [ leggi altri commenti di Francesco Rossi » ]

In questa poesia leggo una trasposizione di un sentimento prossimo che è tenuto insieme dalla chimica, non solo una costante che pone riflessioni importanti sugli aspetti dell’esistenziale con cui dobbiamo fare i conti, che spesso non tornano. Percepire quel senso di scoramento che spesso costringe l’individuo a chiudersi in se stesso o peggio con una scrollata di spalle verso il totale menefreghismo. Le tregue quando arrivano portano una boccata salutare di ossigeno e da perduti nel disagio esistenziale forse prossimi a tornare dove l’anima si ricompone di sensibilità e altruismo.

 Franca Colozzo - 01/05/2019 18:11:00 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]

Cara Rita, innanzitutto complimenti vivissimi per la tua collocazione in questo concorso prestigioso "Il giardino di Babuk".
Si avverte in questa tua poesia un senso di scoramento nel reiterare comportamenti analoghi ogni giorno, scanditi dai rigidi protocolli che la nostra società ci ha imposto.
Ti immedesimi in queste ripetute ferite o tatuaggi sulla carne che segnano la tua come hanno segnato la mia esistenza durante i giorni lavorativi. Forse diventiamo come robot e ci lasciamo scivolare addosso tutto il fiele che trasuda mentre la nostra anima vorrebbe librarsi libera su prati sconfinati o su marine selvagge e correre a perdifiato in una danza infinita.
Alla fine ci dissolviamo in humus e strappiamo alla madre terra un sorriso sui nostri inutili, passati furori. Così la vita scorre come un fiume senza sosta tra ieri, oggi e domani laddove il tempo è solo una mera illusione.
Un abbraccio affettuoso in questo giorno in cui si celebra la festa del lavoro.

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