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Relax ad Auschwitz

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Quando guardo e ascolto certe persone temo che potrebbero riproporre l’Olocausto.

 

Nelle fotografie imbarazza

la calma che pervade

le SS a bordo campo

ritratte in un momento di relax –

oltre la recinzione

c’è il luogo del loro lavoro.

Disturba constatare

che dentro il riquadro delle fotografie

siano capaci di sorrisi e benevolenza

e che il sole risplenda

e nel suo tepore proclami la primavera

nonostante oltre il filo spinato

vi sia lo sterminio –

ma non si vedono le persone

che giungono fino a qui

da tutta Europa per farsi ossa

e poi cenere per mano loro.

Aleggia un’intollerabile disumanità –

c’è lorrore di Baer Mengele Kramer

Hoess Höcker.

 

Il tic-tac della morte

scansiona indifferentemente

i corpi dall’una e dall’altra parte

perché il male in fondo

è imparziale ma sorride sempre

e solo in una bocca –

si sposta tra le SS e gli oltraggiati

senza differenza alcuna –

non gl’importa dove stia il dolore

ma che ci sia e sia caustico.

È agghiacciante l’analisi spietata

dei corpi spostati a sinistra o a destra

nel fumo o nel tormento

prima o dopo il relax.

 

L’avambraccio marchiato

che Sami Modiano mi pone sotto agli occhi

fa rabbrividire – getta un ponte

sul passato e rende tutto reale:

ciò ch’è stato è ancora.

Offro il mio braccio alla sua mano

e lo accompagno:

la memoria deve continuare.

 

 

Nota: Le fotografie a cui ci si riferisce sono quelle dell’Album Höcker, furono scattate fra il maggio e il dicembre del 1944 da Karl Höcker, aiutante di Richard Baer, a capo del campo, nel ritiro di Solahütte, un piccolo resort costruito dagli stessi prigionieri del campo.

Sami Modiano è un deportato italiano ebreo, superstite dell’Olocausto, sopravvissuto al campo di sterminio di Auschwitz, l’autore ha avuto la fortuna di incontrarlo e di ascoltarlo.

 Maria Musik - 27/01/2019 10:23:00 [ leggi altri commenti di Maria Musik » ]

Grazie, Roberto. Grazie per questo squarcio nel cuore: se ricominciamo a sanguinare, forse, non perderemo la Ragione e non si completerà l’evoluzione da uomini a Mostri, ancora una volta.

 Salvatore Pizzo - 25/01/2019 18:25:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

Quanta di umanità c’è in questa poesia! Non solo il cogliere l’onnipresenza del"male", ma anche la labilità della memoria ed il conseguente profilarsi all’orizzonte d’una minaccia sempre pressante, seppure sotto altre forme, ma non per questo meno orrorifica...E’ vero che, come sostiene qualcuno, che la Storia non si ripete se non in farsa. Però è anche vero che: la Storia è in grado di orchestrare eventi in crescendo, pur se differenti.
Grazie

 Klara Rubino - 25/01/2019 10:55:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

Buongiorno Roberto,
la tua poesia porta a riflettere.
Cruciale è il passaggio:
" oltre la recinzione
c’è il luogo del loro lavoro".

Ecco quel relax giustificato al momento, nel contesto, ora invece, nel contesto della Storia, ingiustificabile, disumano.
La conclusione pertanto ci invita a non spezzare quel legame col ricordo e le testimonianze del passato, per poter continuare a salire, nani sulle spalle di giganti e così, guardare dall’alto, dalla prospettiva della Storia il nostro presente, spesso fuorviante in molti modi le coscienze.

 Roberto Maggiani - 24/01/2019 23:09:00 [ leggi altri commenti di Roberto Maggiani » ]

Cari Franca e Gian Piero, grazie per avere lasciato il vostro commento a questo mio testo sofferto.

 Gian Piero Stefanoni - 23/01/2019 11:12:00 [ leggi altri commenti di Gian Piero Stefanoni » ]

Finalmente un testo coraggioso, reale e non retorico su un dire impossibile. Offrire il braccio e accompagnare: lo facciamo veramente? Su Roberto non ho dubbi.

 Franca Colozzo - 23/01/2019 01:10:00 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]

Il tic-tac della morte è muto ed imparziale, indifferente come lo siamo noi di fronte alle catastrofi epocali che scorrono sotto i nostri occhi, distratti dai mille problemi quotidiani.
Non è certo Auschwitz, ma sicuramente un rigurgito nazionale-fascista, che la storia ci sta riproponendo.
L’ecatombe di uomini, donne e bambini si ripete nell’indifferenza generale quasi a diventare normale prassi di migrazioni a rischio.
Sembra che la storia non abbia insegnato nulla agli uomini.
Sami Modiano è stato fortunato, così come mio padre sopravvissuto all’orrore e morto per enfisema polmonare a causa degli stenti subiti e della polmonite conseguente al gelo patito.
Bella e triste è questa tua poesia nell’immediatezza dell’ora che scorre indifferente nell’agonia di corpi e nel relax degli aguzzini. Il tempo viene avvertito diversamente a seconda delle circostanze!

https://www.linkedin.com/in/franca-colozzo-55022459/detail/recent-activity/shares/

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