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Anche Io ... un Sonetto

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Immenso momento a farsi dono 

delle lingue abbevera la sete.

Fonte gli occhi, splendide comete,

femmina del mio maschio Io ti sono.

 

Magico mondo avviene in sogno

mai ‘sì  reale senza lance d‘ore.

Meridiana a vestire il cuore,

padrona del destino mi disegno.

 

Strada primavera ci è cammino,

passi appaia mossi nell’estate.

Lì gli Amanti mai saranno sposi. 

 

Vita che germoglia quando ti posi

sfogliandomi  ciglia innamorate,

lascito che ci sveglia clandestino. 

 Elsa Paradiso - 07/03/2019 06:27:00 [ leggi altri commenti di Elsa Paradiso » ]


Ti ringrazio Mariano: provvederò.

Tra l’altro, il fondatore di tale casa editrice, Prof. Carlo Angelino, è stato mio relatore nella tesi di Laurea.

Un caro saluto ;-)

 Mariano Bonato - 06/03/2019 18:53:00 [ leggi altri commenti di Mariano Bonato » ]

gentile Elsa, il titolo del libro di Roberto Piumini a cui ho fatto riferimento è:
"L’amore in forma chiusa" (sottotitolo "Canzoniere"), ed "il melangolo" o "il nuovo melangolo", 1997.
lo stesso libro è stato ripubblicato nel 2014 con il titolo:
"I silenziosi strumenti d’amore", ed "Interlinea".
Un caro saluto.

 Elsa Paradiso - 06/03/2019 14:25:00 [ leggi altri commenti di Elsa Paradiso » ]





X Klara:

Per quanto concerne la conta delle sillabe … c’è sì l’alternativa!
Ma ho optato per quella pubblicata: divisore normale.
Anche in un “recinto”, se possibile, amo conservare la facoltà di scelta (e il Sonetto "contemporaneo" permette e auspica).

Spero che, visto i tempi, qualche “giudice” di passaggio … non mi condanni all’ergastolo!
Sai, non rinuncio mai ai miei “modi di dire”, perché fanno parte del mio Stile.

Si può creare viaggiando nel presente e nel passato … per un futuro che solo la nostra personalità può rendere unico e originale … visto che tutto, o quasi, nell’Arte, è già stato fatto.

Grazie per il tuo costruttivo intervento.
Ciao.

<>

X Mariano:

Caspita! Onorata di cotanti esempi “irregolari”.
Non conosco Piumini, però. Ma vedrò di documentarmi.
Sono una tipa curiosa.

Grazie per il tuo prezioso parere, e un caro saluto.

<>

X Nando:

Ma che bello ritrovarti!
So che sei sincero e persona assai erudita. Ergo, non posso che esserti grata per ciò che hai scritto.

Un sentito abbraccio!



 Klara Rubino - 06/03/2019 08:41:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

Elsa buongiorno, purtroppo il divisore in sillabe normale non è appropriato; ci vuole un divisore in sillabe metrico, inoltre alcuni vanno in confusione con i segni di punteggiatura o gli apostrofi che non dovrebbero influire.

Il motivo principale è questo:

1. La vocale finale atona di una parola si unisce alla vocale iniziale della parola che segue, formando un’unica sillaba. Si parla in questo caso di SINALÉFE. Essa è la NORMA in un testo poetico.

Detto ciò, sono d’accordo con te e con gli altri sul fatto che il Sonetto ha resistito al tempo proprio grazie al fatto che si è aperto a rivisitazioni, variazioni e sperimentazioni, dal mio punto di vista ci si può rifare a questa corrente, senza per forza saltare in lungo rivolti al passato, fino ad arrivare al mille e trecento e poco più!

 Mariano Bonato - 06/03/2019 07:30:00 [ leggi altri commenti di Mariano Bonato » ]

Quando detto da te, Elsa, e da da Salvatore mi trova pienamente concorde.
Volendo classificarlo, il tuo rientra nella categoria dei sonetti irregolari, di cui la letteratura offre numerosi esempi.
Uno dei più famosi è il sonetto "Correspondances", di Baudelaire (con le rime delle quartine che hanno schema ABBA CDDC), o ancora "Baccha" di D’annunzio (dove due versi della seconda quartina sono tra loro in assonanza e non in rima, come avviene nella poesia da te proposta).
Natascia Tonelli - forse la massima studiosa italiana sul sonetto - porta ad esempio vivente della maniera moderna di interpretare questa antica forma il "Canzoniere" di Roberto Piumini e, in particolare, il sonetto "Perchè in sonetti? Non è cosa trita", che è, appunto "irregolare" nel senso indicato, come peraltro la quasi totalità delle poesie del "Canzoniere".

 Ferdinando Battaglia - 06/03/2019 07:26:00 [ leggi altri commenti di Ferdinando Battaglia » ]

Che una forma chiusa possa arrivare quasi a dimostrare l’esistenza di Dio è anche vero, però far diventare la Poesia un gioco enigmistico, con sommo rispetto per la Sfinge, mi pare un assurdo e comunque una questione puramente soggettiva. Non avevo alcun dubbio, conoscendoti, che avresti argomentato in modo robusto e valente le tesi opportune a difesa della verità o quantomeno di un’ampia possibilità interpretativa delle norme e della libertà artistica anche di reinventare forme chiuse. Elsa Paradiso è poetessa, scrittrice, di cui ho avuto la fortuna sia di conoscerla di persona sia di leggere e gustare le sue opere. Solo mi dispiace di non aver avuto il tempo, in quest’ultimo periodo, per leggerla e soprattutto commentarla, così come ho sempre avuto il piacere di fare (malgrado la mia ignoranza, stoicamente da tutti Voi sopprtata).

Ciao, Elsissima.

 Elsa Paradiso - 06/03/2019 06:41:00 [ leggi altri commenti di Elsa Paradiso » ]



Premesso che non mi è piaciuto il tono usato dal Tosco ... da siti specializzati sull’argomento riporto quanto segue:


1)Il sonetto è stato inventato da Jacopo da Lentini verso la prima metà del Duecento, nell’ambito della scuola poetica siciliana, sulla base di una stanza isolata di canzone, in modo che la struttura metrica formata da quattordici versi endecasillabi suddivisi in due quartine e due terzine, sia identica a quella di una stanza con fronte di due piedi e sirma di due volte senza concatenazione.
Lo schema rimico del sonetto è molto vario. Quello originario era composto da rime alternate ABAB ABAB sia nelle quartine che terzine CDC DCD, oppure con tre rime ripetute CDE CDE, o ancora con struttura ABAB ABAB CDC ECE.

Quello in vigore nel Dolce stil novo introduceva nelle quartine la rima incrociata: ABBA/ABBA, forma che in seguito ebbe la prevalenza. Il sonetto è pertanto un genere poetico che ha capacità poliedriche e risponde a funzioni diverse …


2) Il sonetto è un componimento poetico, tipico soprattutto della letteratura italiana, il cui nome deriva dal provenzale sonet (piccolo suono, diminutivo di son: suono, melodia). Nella sua forma tipica, è composto da quattordici versi endecasillabi ...


3) Ed ecco il mio Componimento evidenziato dal
Divisore in sillabe normale:

im-men-so-mo-men-to-a-far-si-do-no (11 sillabe)
del-le-lin-gue-ab-be-ve-ra-la-se-te (11 sillabe)
fon-te-gli-oc-chi-splen-di-de-co-me-te (11 sillabe)
fem-mi-na-del-mio-ma-schio-io-ti-so-no (11 sillabe)

ma-gi-co-mon-do-av-vie-ne-in-so-gno (11 sillabe)
mai-sì-re-a-le-sen-za-lan-ce-do-re (11 sillabe)
me-ri-dia-na-a-ve-sti-re-il-cuo-re (11 sillabe)
pa-dro-na-del-de-sti-no-mi-di-se-gno (11 sillabe)

stra-da-pri-ma-ve-ra-ci-è-cam-mi-no (11 sillabe)
pas-si-ap-pai-a-mos-si-nell-e-sta-te (11 sillabe)
lì-gli-a-man-ti-mai-sa-ran-no-spo-si (11 sillabe)

vi-ta-che-ger-mo-glia-quan-do-ti-po-si (11 sillabe)
sfo-glian-do-mi-ci-glia-in-na-mo-ra-te (11 sillabe)
la-sci-to-che-ci-sve-glia-clan-de-sti-no (11 sillabe)


4)Mi perdoni il sublime Dante Alighieri ma, solo per la tipologia della rima usata, oso inserire qui sotto le due terzine del Sonetto in Vita nova, XXVI capitolo.

Mostrasi sì piacente a chi la mira,
che dà per li occhi una dolcezza al core,
che ’ntender no la può chi no la prova;

e par che de la sua labbia si mova
un spirito soave pien d’amore,
che va dicendo a l’anima: Sospira.

<>

Grazie a chi avrà voglia e tempo di leggere quanto sopra

Elsa Paradiso

 Elsa Paradiso - 06/03/2019 06:13:00 [ leggi altri commenti di Elsa Paradiso » ]


Grazie Salvatore, sai essere sempre molto garbato e gentile.

Un amicale abbraccio!

 Salvatore Pizzo - 06/03/2019 02:08:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

Come sonetto "free" non è male. Anzi mi piace questo alternarsi di rime, dense di passione e frutto di un cuore che sa molto bene cos’è l’amore, al punto da improvvisare una canzone che gli renda onore... Ma, in fondo: che importa? Quel che conta è la libertà di interpretare l’amore, a maggior ragione s’è poetico amore...
Ciao

 Lorenzo Tosco - 05/03/2019 20:42:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Tosco » ]

Questo non è assolutamente un sonetto, anche se l’Autrice ce lo presenta come tale. Ed è perfettamenmte inutile che io qui stia a ripetere le caratteristiche di questo genere poetico. Non lo si vuole capire. Non si offenda la Elsa Paradiso, ma qui non c’è proprio nulla del sonetto, mancano le rime, le prime due quartine dovrebbero rimare esattamente, si intrecciano decasillabi, endecasillabi, adirittura novenari ... (e tanto altro!)
E’ inutile continuare a offendere un genere che ha precise caratteristiche e continuare a chiamare sonetto una composizione poetica che non lo è (mi astengo dal giudicare il contenuto, mi limito all’essenzialità della tecnica)) senza volere in assoluto cononoscere e studiare le sue regole inscindibili.
Preferisca più libertà, come dice l’Autrice, e lasci fare i sonetti a chi li conosdce, li ha studiati a fondo e li sa fare.

 Elsa Paradiso - 05/03/2019 19:04:00 [ leggi altri commenti di Elsa Paradiso » ]

Leggendo un po’ qui e un po’ là ... mi è venuta voglia di tornare al Sonetto.

Ma preferisco più libertà. Anche se "cura della forma e spontaneità del sentire" dovrebbero "viaggiare" sempre insieme.

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