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al testo di Alberto Rizzi
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Sì pensa a uno strato di parole al nostro sentire nascoste perché desuete
pensa come davanti a una città perduta nel sepolto
pensa a una luce sul sommo dell’ultimo colle come un suono particulare et unico
Ma il confronto il sopportìo sottile, snervante è contro il rumore del parlare altrui indistinto e analfabetico dello scrivere altrui spacciato per intelletto del cuore
Questa è resistenza
come l’asfalto resiste a corrosione di ruote di suole le vene non collassano per scorrimento di sangue la grotta resiste al tramestio d’onde di mare anche se così non sembra il vento sopporta resistenza di vela e se ne fa una ragione nel suo andare
Questa è resistenza come la gola non si secca all’ingorgo di parole e la lingua continua a battere suoni di luce che da una cima trascorreranno a un riposo déntrotèrra infine non invana desuetudine
(tratta dalla raccolta inedita “Verba”) |
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