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al testo di Nina Della Santa
Giada
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Come un vulcano che non erutta da tempo, Giada accumula dentro sé una forza, il cui impeto potrebbe tanto esplodere, travolgendo ogni cosa, quanto spegnersi con la potenza fragorosa della lava che incontra il mare, dopo aver percorso in silenzio pendii scoscesi ed aridi. Quale sia l’eventualità da prevedere o da preferire, non è possibile dirlo, tantomeno utile, dal momento che entrambe si rivelerebbero portatrici di profondi mutamenti. Implacabile, l’esplosione distrugge a casaccio, sbuffa colpi esiziali, scaraventa furore a distanza. Ma lascia aperti nuovi spazi, destinati al cambiamento. Né è da sottovalutare la quieta potenza del fiume di fuoco, corso unico, che rimane indelebile, cicatrice profonda, tra ciò che è andato distrutto per sempre e qualcosa che, ancora, vive.
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