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al testo di Francesco Repetto
Pino era mio padre
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Pino era mio padre, i suoi occhi azzurri, la sua bianca barba da rifare, il suo dito storto bruciato il suo sorriso, le sue lacrime sottili come neve in Paradiso.... A chi chiedo aiuto stasera, a chi racconto di lui e della mia vita.. Pino è mio padre, quando aprono i cancelli e m’ incammino.. quando mi chino sopra i forti col cannocchiale, Pino è ancora mio padre.. Quando traccio l’ asfalto sotto il temporale col gesso rosso rosso e gli sorrido .. Quanti chilometri si è fatto a sussurrarmi parole in giro per il mondo, per boschi e per riviere, campi innevati o di sterminio, pianure, ciminiere.. E montagne da scalare, e funghi, funghi grandi come giganti, e specchi d’ acqua dolce e sassolini che saltano, due o tre volte nel mare..
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Roberto Perrino
- 03/05/2011 08:45:00
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Molto bello questo testo, scorre con docilità e senza intoppi, e lascia senso e sentimento.
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Patrizia
- 03/05/2011 07:48:00
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Essere davanti a te che leggi questa ed altre poesie è come spegnere le luci e lasciarsi baciare dal sole. Non importa se scrivi del tuo dolore come nel caso della morte di un padre o di quello che definisci lunico grande amore della tua vita. A me è bastato esserci e lasciarmi riscaldare dalla tua voce. E stato un reading diverso dai soliti: integro come sei, vigoroso come questa poesia
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Loredana Savelli
- 01/10/2010 20:13:00
[ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]
Bellissimo ricordo, anzi di più: un ritratto trasfigurato.
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