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al testo di Martin Palmadessa
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L'Arte del dire troppo non è cosa da tutti. E quello di scrivere ancora meno. Ci vuole del gran talento e pure smisurato. Ma senti che cazzo dici? Ma hai letto quello che scrivi? Ogni parola lasciata in eredità traccia solchi profondi, difficili da colmare. È una responsabilità, spesso sottovalutata. Non ci sarà mai nulla di paragonabile, divina saetta nel cuore. Invano. Tutto inutile, se non l'avere reso irrecuperabile un tocco. Si lasciano cadaveri di anime perdute nuvole di vite mai vissute per davvero sul percorso del tempo. Tutto con una consapevolezza viscerale. Ma a chi riguarda? A chi davvero sa e tace. Tace il non essere cosa buona e giusta, ma resta... e di grazia plena. Aborto. Vite perse, uccise, per dare l'alito di un respiro ad altre che pure interessano il giusto. Soffrire per non far soffrire si soffre comunque si soffre e basta. Ma soffrendo forse si darebbe un senso a tutta questa ipocrisia. E allora soffriamo dai. Già, per dare un motivo a ciò che non ne ha. Un titolo, un senso di colpa o il dovere, valgono più di un sentimento vero più della verità di una carezza della consapevolezza di sé stessi. Stai lì.... forse è davvero il tuo posto. Chi può tenere al guinzaglio un'Anima irrequieta? Chi riesce a bendare la sua passione senza preoccuparsi nemmeno per un attimo che ce ne possa essere abbastanza da poterla condividere al mondo. No, nessuno può accedere. La meraviglia è che non può funzionare per sempre. Ci si dovrà fare i conti. Arriva tranquillo, arriva per tutti. È come voler fermare una reazione a catena...impossibile. Non si ha più voglia di vedere la felicità altrui se prima non è stato appagato il proprio ego. Si continua a fare i soprammobili ... IO vivo e decido IO dove stare. Il rischio non è per tutti. La confort-zone è pantano. Chi si accontenta muore. E allora muori. Accontentati. Bravo predicatore e mediocre razzolatore. Coerente però, almeno una volta. Insulto vero. Vita fasulla. Vivila allora questa farsa e auto insultati senza fine. Anzi la fine l'hai tracciata tu. Questa volta…
Non c'è niente di più viscido dell'omertà.
©Martin Palmadessa
(Da "L'AMORE E' UNA GUERRA", Maggio 2021, Edizioni Setteponti) |
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