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al testo di Fabrizio Bregoli
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Vi offriamo l’indigenza dei dettagli: un bianco impenitente di pareti scorci di letti, moquette, caloriferi un rogo indifeso di lampade l’azzurro innaturale delle tende. E noi sempre di spalle, ritagli della vita che impudica ci frana sull’asfittico dei volti, sull’inerte delle mani. Puoi chiamarla esistenza il barbaglio che svasa dal chiostro tutelare delle stanze, da queste fenditure imbelli, nicchie protese nella notte, quasi stelle sacrileghe, ulcerazioni di luce. Siamo le loro incrinature incongrue lo scompiglio di scoprirci uomini, soltanto noi e l’istante: stigma scritto nella meridiana del nero, cartiglio di buio che ha inciso quest’opaco durare del mondo. |
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