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al testo di Emanuela Lazzaro
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Gli occhi affogano un attimo nel vuoto, poiché senza nome è il modulo che conosce bene il candidato, è un foglio fine su cui non può oziare il breve passato lontano di un giovane in cammino, su e giù per lo stivale, solo per giocare a croci e destino. Ma cosa scrive un concorsista? Difficile è pensare che per un’assurda pazzia, potrebbe accendersi un’idea già per trovare la risposta, lasciando andare l’aria sopra la testa. Eppure non è così diverso scordarsi il proprio risveglio, nell’inferno infinito, quando non basta più un minuto per sperare di vincere accanto ad un nome, la libertà di lavorare. Perché di chi concorre è la vita pari ad un viaggio dopo l’altro, senza capolinea, ma è sempre sotto lo stesso cielo che ognuno suda e cammina, tentando ancora l’ennesima ultima fatica. |
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