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al testo di Maurizio Paganelli
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Piuttosto che nuotare preferisco fare il morto: lasciarmi derivare dalla corrente dove vuole e nel mentre non avere pensieri d’uomo eretto o sapiente ma di mare. Se a volte uno sconforto immortale mi scova, grido sott’acqua parole, sino a smuovere il male che mi grava. Allora aggallo da abissi nerissimi bolle, che mi sollevano più lieve tra il bagnasciuga e l’onda sciampagnina e ritorno d’incanto, sulla riva, il sasso che è l’incastro tra due massi
e diventa contorno di marina. |
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