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Alice and the carob tree - Alice e lantico carrubo

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L'immagine può contenere: albero, pianta, cielo e spazio all'aperto

 

My Persian cat Kuky, or rather my daughter Mara, died last night 24 October, presumably hit by a car on the road to my house.
I didn't think I felt such intense pain as if it were a family person. Now he lies there in my garden under the ancient carob tree😥
 

Alice and the carob tree 

 

The ancient carob tree

opens in two trunks,
high twigs and thick foliage,
it seems that the foliage snaps
and does not forgive the green
on the old path:
country road, sad and lonely,
and now tired and disheartened,
the old tree that at the time of the war,
with its fruits fed every person.

Now cats squatted on top,
for fun or for fear of others,
are running away.


From a carob tree hole,
like Alice, I slip
and, from the book to the sapwood,
I let myself be transported by the sap
in the hellish circles of the roots,
wrapped like snakes in coils:
humus and mineral salts aspire.

 

Gurgling I dress in colors:
from magenta red to dark green,
from indigo to orange,
to stealing soil blood.
I light up with colors like Alice,
I run away from the felines,
by my own kind as well,
and in the hard bark of life,
I'm anxious, I'm slipping in.
It welcomes me into its old walls,
until, vibrating with air,
I climb to the top,

above the extreme leaf
that invites me to stay.

 

by Franca Colozzo
http://www.larecherche.it/testo.asp?Id=47319&Tabella=poesia

   

Alice e l’antico carrubo

 

S’apre in due tronchi il carrubo antico,

alti intrecci di rami e folta chioma,

par che schiodi fronda

e non perdona il verde pondo

sul sentiero avito:

via di campagna, triste e solitaria,

su cui s’affaccia, ormai stanco e avvilito,

il vecchio albero ch’ai tempi della guerra,

coi suoi frutti sfamava ogni persona.

 

Ora gatti accoccolati in cima,

per gioco o per paura d’altri ancora,

scappano via.

Da un foro del carrubo,

come Alice, m’infilo

e, dal libro all’alburno,

mi lascio dalla linfa trasportare

nei gironi infernali delle radici,

avviluppate come serpi in spire:

humus e sali minerali aspiro. 

 

Gorgoglio e mi vesto di colori:

dal rosso magenta al verde scuro,

dall’indaco all’arancio,

al rubizzo sangue del suolo.

M’accendo di colori com'Alice,

dai felini fuggo via,

dai miei simili pure,

e nella dura corteccia dalla vita,

trepidante, m’infilo.

M’accoglie tra le sue vecchie mura,

finché, vibrante d’aria,

salgo in cima, sopra l’estrema foglia

che a restare m’invita.

 

 Franca Colozzo - 28/10/2019 23:24:00 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]

Cari amici, faccio un compendio generale per non aumentare la dose dei commenti, trascritti qui di seguito in ordine sequenziale.

A @Salvatore Pizzo dico che anch’io amavo ed amo, di quando in quando, sgranocchiare le carrube, che in tempo di guerra salvarono tante vite umane dalla fame. Il carrubo è l’albero che mio marito, memore dei suoi antenati, ha voluto salvare dalle ruspe. Prospetta su un vecchio tratturo che porta tuttora alle campagne dove gli sfollati, per sfuggire alle razzie tedesche, si rifugiarono in tempo di guerra. Io vivo con gli spettri di questo passato insieme al vecchio carrubo (antico perché degli avi).

@Carla Vercelli ti ringrazio del gradito passaggio. Soffermandomi a volte ad osservare le acrobazie dei gatti, mi sono chiesta quali peripezie avrebbe mai potuto compiere Alice, addormentandosi alla base del carrubo e sognando un mondo immaginifico e sorprendente di colori, gorgoglii e verde linfa... Amando però la luce solare, il mio posto privilegiato, dopo la discesa agli inferi delle sue radici, abbarbicate nella terra in spire, è sicuramente la foglia finale, quella in alto a sfiorare il cielo.

@Lino Bertolas, in verità questa mia poesia non è recente e per questo ho apposto il link in calce alla versione inglese:
http://www.larecherche.it/testo.asp?Id=47319&Tabella=poesia

L’ho ripescata e tradotta solo per rispolverarla e renderla più o meno comprensibile ai miei amici stranieri che, forse per piaggeria, l’hanno apprezzata. Scrivo sia sui social media che su "Visionary Creative POD" un blog su Linkedin. La versione originaria della poesia è quella italiana; il suo ripescaggio e la relativa traduzione sono emozioni riesumate dopo la sepoltura del gatto sotto il carrubo. Amen.

 Lino Bertolas - 28/10/2019 19:07:00 [ leggi altri commenti di Lino Bertolas » ]

Conosco molto poco l’inglese e forse nella traduzione italiana questi versi perdono qualcosa, però per me sono sufficienti a comunicare dei forti sentimenti venati di nostalgia e malinconia.

 Carla Vercelli - 28/10/2019 12:30:00 [ leggi altri commenti di Carla Vercelli » ]

Bellissimo e condiviso questo trovare asilo in un antico carrubo, "nella dura corteccia della vita", per poi arrivare sino all’estrema foglia, che probabilmente sfiora il cielo. Versi che ho molto apprezzato!

 Salvatore Pizzo - 28/10/2019 02:50:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

Bella, mi fai tornare in altre vite, quando bambino andavo per carrubi e me ne deliziavo divorandone in quantità industriale. Alla fine ne ho pure venduti, convinto da un cugino a fare mercato. Così ci ho tirato fuori anche la mancetta. Tu, invece, dal carrubo ci ha tirato fuori tanta poesia fatta di letteratura e fughe fantasiose, pure se sotto il segno d’un ricordo triste.
Molto ma molto sentita.
Un augurio per una notte serena

 Franca Colozzo - 27/10/2019 19:07:00 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]

Caro Salvatore, avevo apposta inserito il link della poesia scritta in italiano sotto quella inglese. Ma accolgo il tuo invito e faccio copia e incolla della mia vecchia poesia, ripescata in seguito alla morte del gatto che giace sotto di esso.
Grazie, ti auguro una felice serata ed un buon inizio settimana.

 Salvatore Pizzo - 27/10/2019 03:31:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

Mia cara Franca, conosco un pochino l’inglese, ma non sufficientemente per tradurre i tuoi versi. Dunque spero che tu voglia offrire anche una versione in lingua italiana.
Un grazie anticipato con l’augurio di sogni felici

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