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al testo di Ivan Pozzoni
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In cerca d’uno dei molti me stessi, mi volterò, beffardo, sul calar della notte a imitare, nei miei urli, ricchi dessert da stridio di freni: ma cosa sono, stasera?
Cosa siamo davanti alle montagne che ci circondano, sdraiate in punta di nuvola smunta da millenni e malanni d’uomini morti, abbandonate lì, a caso, dalle risate di divinità emigrate verso altre spiagge, verso altri nidi? Dove sono andati a camminare i milioni di vite che hanno vidimato i monti, nei loro arrancare di stanche comparse, desaparecidos, dove sono, stasera?
I miei libri nelle librerie, nelle biblioteche, i miei articoli nelle riviste delle università, e io, desiderio inattuato di camminare, camminare, in una mano un amore straziato, nell’altra uno scricciolo occhio azzurrato in costante attesa delle mie fiabe post-industriali, manina fiduciosa stretta intorno a un mio dito, intorno al mio mondo.
[Patroclo non deve morire, 2013] |
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