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Narrare: percorso di umanizzazione

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Ho appena terminato di leggere l’interessante saggio di Massimo Diana dal titolo: “ Narrare: perché e come raccontare le storie ai bambini” .
Il libro raccoglie gli articoli apparsi negli ultimi tre anni scolastici 2008 / 2009 /2010 e 2011 sulla rivista L’Ora di religione.
Ne è uscita un’opera davvero interessante per noi genitori, per gli insegnanti, ma anche per tutti coloro che vogliono approfondire i legami e le connessioni esistenti tra il raccontare una storia, una favola e l’essere umano, adulto o bambino che sia.
Scrive l’autore all’inizio del libro: “Possiamo, in generale, comprendere tutte le storie e le narrazioni dell’umanità come, contemporaneamente, una via a Dio, al mondo ultraterreno, al mondo del senso e del significato, all’Assoluto, ma anche una via alla propria umanità: le narrazioni sono percorsi di umanizzazione. Esse insegnano che cambiare è possibile, che diventare uomini o donne migliori è possibile ed è alla portata di tutti e di ciascuno.”
Ma di cosa parlano le narrazioni? Quali sono gli eterni e universali problemi che tutti noi, uomini o donne, prima o poi incontriamo nel corso della nostra vita? Due sono, per l’autore, in ultima analisi i temi trattati nelle narrazioni: imparare ad amare e prepararsi a morire. Dall’introduzione di questo argomento centrale il volume si addentra nei risvolti culturali, psicologici e storici fornendo acute riflessioni e diversi punti di vista che ci educano ad aprire lo sguardo verso nuovi pensieri. Non mancano esempi presi dalla Bibbia, dalla letteratura, dal cinema e dai miti arcaici per meglio descrivere i concetti esposti.
Oltre il titolo, il volume si rivolge agli educatori tutti, professionisti e per vocazione. Cosa vuol dire educare allora, si chiede alla fine dell'opera l’autore? Ecco la risposta di Diana: “vuol dire aiutare a immaginare altrimenti. Questa è la grande nobiltà e dignità umana: che è sempre possibile in qualunque situazione, immaginare altrimenti, cioè vedere le cose da un’altra prospettiva e acquisire un nuovo sguardo sulla realtà”.
Non è certamente, a mio modo di vedere le cose, una definizione esaustiva del termine educazione, ma è comunque un buon punto di partenza, per tutti.


Per chi volesse leggere l’opera (lettura che consiglio) :
Massimo Diana, “Narrare – perché e come raccontare le storie ai bambini” Editrice Elledici, Torino 2011


 Luciana Riommi Baldaccini - 16/05/2012 00:20:00 [ leggi altri commenti di Luciana Riommi Baldaccini » ]

Quella definizione secondo me, più che un punto di partenza, è un punto di arrivo da perseguire con tanti altri atti educativi: per favorire la libertà del pensiero. D’accordissimo sulla funzione del narrare, a cui aggiungerei quella del "leggere" storie ai bambini fin dalla più tenera età.

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