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al testo di Alessandra Ponticelli Conti
Vorrei tanto
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Vorrei tanto raccontarti di come d'inverno si risvegliano le foglie senza nome degli acanti; del figlio che vegliò la madre in sogno, del tanto di meno e del tanto meglio. Del luglio in cui piovve olio e tiglio. Vorrei tanto raccontarti di come d'inverno si risvegliano le stelle. A.P. Firenze, 28 gennaio 2020
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Alessandra Ponticelli Conti
- 31/01/2020 17:35:00
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Carissima Laura, grazie per il tuo apprezzamento.
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Alessandra Ponticelli Conti
- 31/01/2020 17:32:00
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Cara Klara, ti ringrazio immensamente per lattenzione che hai voluto dedicarmi. Quanto ai tigli, essi hanno per me un significato molto profondo. Nel paese dove ho trascorso la mia infanzia ve ne sono moltissimi. Ed è proprio allombra di quei tigli che ho vissuto alcuni dei momenti più belli della mia vita. Un caro abbraccio Alessandra
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Klara Rubino
- 29/01/2020 11:21:00
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"Vorrei tanto raccontarti" è già dal lincipit una lingua evocativa, che parla nel sottofondo unaltra lingua. Vorrei: una possibilità; tanto: intenso, struggente il desiderio; raccontarti: di presente, un presente che non cè. E andando avanti è ancora così con sempre crescente intensità. Dalla prima lettura ha spiccato per me la scelta lessicale di "tiglio"...a luglio piovve olio e tiglio. È unimmagine visiva dellalbero in fiore e una sensazione olfattiva, dellaria pregna di intenso profumo...ma forse è anche simbolico il tiglio... a luglio potrebbe essere pioggia dombra e qui si apre la ricerca del lettore appassionato che fa sua una Poesia...ho trovato nel mio percorso una poesia di Pasolini....per cuori forti anche questa non teme linverno e ne presagisce le luci:
Il giorno della mia morte
In una città, Trieste o Udine, per un viale di tigli, quando di primavera le foglie mutano colore, io cadrò morto sotto il sole che arde, biondo e alto, e chiuderò le ciglia lasciando il cielo al suo splendore.
Sotto un tiglio tiepido di verde, cadrò nel nero della mia morte che disperde i tigli e il sole. I bei giovinetti correranno in quella luce che ho appena perduto, volando fuori dalle scuole, coi ricci sulla fronte.
Io sarò ancora giovane, con una camicia chiara, e coi dolci capelli che piovono sullamara polvere. Sarò ancora caldo, e un fanciullo correndo per lasfalto tiepido del viale, mi poserà una mano sul grembo di cristallo.
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Laura Turra
- 29/01/2020 09:50:00
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"le foglie / senza nome degli acanti"… proprio quel "senza nome" rende questo verso splendido. In questo sta il genio poetico… Molto bella. Ciao Alessandra!
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