LaRecherche.it
Scrivi un commento
al testo di Cristina spinoglio
|
|||
Le bianche cappelle del cielo
Si lacera il velo, le bianche cappelle del cielo compongono il velo, con ampie volute a spirale scalfite d’azzurro accolgono il vento, lo scroscio, il lamento, il canto irruento, carovane di nubi in fuga. Costretti alla terra, sostiamo in attesa, docili ai segni, assorti alle mansioni del giorno, attenti al ritorno dell’eterno in tracce minuscole, un vuoto nella radura, la luce che ci cattura dalle persiane socchiuse. Del campo a maggese non ci curiamo, il rigoglio di erbe e di loglio promette prosperità. Alle asperità maligne non ci arrendiamo. Asprigne, le mele amaranto sul desco, il vaporoso agapanto, il pane bianco odoroso, il lardo nella stagnola. Fanno la spola pettirossi impettiti nel canto della sera. Da fuori la casa è uno scrigno, di bruno legno sanguigno, si sgrana un’orchestra di stelle dal viola della finestra e cola dalla fessura la fioca mistura di luce, oro e miele. La notte conduce al silenzio. Non sono più bianche le bianche cappelle del cielo, lo splendido velo di nero ammanta la terra, preserva il mistero. Le bacche di pyracantha brillano sul sentiero lunare.
|
|