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Heimweh, dolore della casa

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Il dolore della casa
è nel comando irriflesso della luce,
nell'abbandono degli occhi
fermo ora il patire
in una attesa senza risposta.

Si pensa stoffa la carne
in questo ordinario mutare
di sepolcri cui all'abbraccio
non corrisponde il ricordo.

Il dolore della casa
è il dolore dell'albero
nel separato agire del ramo,
noi di qua voi di là,
nella vita e nella morte
come in uno stesso deserto
nella paralizzata memoria della corteccia.

 Arcangelo Galante - 11/04/2020 06:02:00 [ leggi altri commenti di Arcangelo Galante » ]

Il poeta propone al lettore veritiere riflessioni, inerenti al vivere dentro il luogo definito “casa”, assaporandone i profumi, i sapori, le tonalità di luce che colorano le pareti, l’atmosfera d’ogni singola spazio e l’intera bellezza che esso è in grado di donare all’animo, attraverso emozioni, percezioni e sensazioni, scaturite dal gustare lo scenario ove ci si muove.
Eppure, la casa diviene viva giacché assorbe ogni esperienza, intimamente personale, di ciascun essere che vi dimora, provando nostalgia (Heimweh), perché divenuta essa stessa l’autentica protagonista e testimone, del dolore ivi raccolto.
Nasce così la consapevolezza di sapere che, nella propria unicità e peculiarità, la casa resta un tassello per costituire il mosaico del cuore.
Una simbiosi importante, perciò, con lo spirito dell’intera abitazione, che ha intrappolato, attraverso di sé, la memoria di ricordi posti all’interno di un vissuto umano, divenuto non un oggetto, ma parte integrante dell’io.
Pubblicazione molto creativa ed assai originale nell’impostazione dell’argomento.

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