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al testo di Gian Piero Stefanoni
Heimweh, dolore della casa
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Il dolore della casa è nel comando irriflesso della luce, nell'abbandono degli occhi fermo ora il patire in una attesa senza risposta. Si pensa stoffa la carne in questo ordinario mutare di sepolcri cui all'abbraccio non corrisponde il ricordo.
Il dolore della casa è il dolore dell'albero nel separato agire del ramo, noi di qua voi di là, nella vita e nella morte come in uno stesso deserto nella paralizzata memoria della corteccia.
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Arcangelo Galante
- 11/04/2020 06:02:00
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Il poeta propone al lettore veritiere riflessioni, inerenti al vivere dentro il luogo definito “casa”, assaporandone i profumi, i sapori, le tonalità di luce che colorano le pareti, latmosfera dogni singola spazio e lintera bellezza che esso è in grado di donare allanimo, attraverso emozioni, percezioni e sensazioni, scaturite dal gustare lo scenario ove ci si muove. Eppure, la casa diviene viva giacché assorbe ogni esperienza, intimamente personale, di ciascun essere che vi dimora, provando nostalgia (Heimweh), perché divenuta essa stessa l’autentica protagonista e testimone, del dolore ivi raccolto. Nasce così la consapevolezza di sapere che, nella propria unicità e peculiarità, la casa resta un tassello per costituire il mosaico del cuore. Una simbiosi importante, perciò, con lo spirito dellintera abitazione, che ha intrappolato, attraverso di sé, la memoria di ricordi posti allinterno di un vissuto umano, divenuto non un oggetto, ma parte integrante dellio. Pubblicazione molto creativa ed assai originale nell’impostazione dell’argomento.
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