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al testo di Guido Balbo
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Siamo dadi e utili bulloni di questo meccanismo. Usi, misure e passi di vite varie. Viti similari al via - a tatto, piccoli cubi - d’immediata deformazione già dal primo contatto con quest’atmosfera. Tutte sullo stesso piano poi a variar di tornitura - nel breve - con teste per tutti i gusti esagonali, esalobate, a taglio cilindriche, svasate, a croce anche vuote o a brugola proprio, proprio … senza testa. A filetto globale o parziale e dadi normali, flangiati o con anello di maggior tenuta; che si cercano per accoppiamento o, almeno … ci provano.
Quando s’incontrano affini amorosi divengono gli intrecci e s’avvitano … anche per tutta la vita.
Purtroppo ognuna ha il proprio fardello d’ignoto e implicito obiettivo e continuo è il bordello: viti
ad alto indice di resistenza a plasmar nel morbido e magnati dal grasso calibro a volersi misurare con vitine consenzienti e snelle, e viti ad anello con l’interesse per i cavi perso e autofilettanti e chi più non trova il suo legno e chi fa ruggine a l’addiaccio e chi agiata è finanche troppo oliata e chi in quel muro più non ci vuol stare.
Siamo la minuteria maggiore di questo mare, col cuore uguale ma, troppo spesso … lo lasciamo da parte.
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