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si vis pacem para bellum

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S'incupisce il cielo

e molto murmuran

d'acque le nubi dense

di nero; 

si prepara tempesta. 

Fitto è il mistero

di una notte che incombe,

un'altra oscurità

dilaga,

solo resta l'uomo 

all'uomo; mi stringo

a questa carne.

E forse per questo 

segue il tuono 

appresso al fulmine: 

a dimostrar ch'è vero.

 

 alessandro venuto - 18/06/2020 09:21:00 [ leggi altri commenti di alessandro venuto » ]

Grazie per il commento preciso e puntuale, sono uno di quelli a cui il cor si spaura di fronte all’immenso naturale che c’è tutto intorno e si meraviglia. A presto
Alessandro

 Franca Colozzo - 18/06/2020 00:16:00 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]

Attirata dal titolo, una locuzione latina che cito spesso, si avverte in questa poesia il dramma di una solitudine esistenziale da cui si sente stretto l’uomo: segno dei tempi che non promettono nulla di buono.
Avvinto alla sua stessa carne nell’immensità che spazza via certezze, ecco che minacciose nuvole incombono tra scrosci d’acqua, saette e tempesta. L’uomo è solo di fronte alle minacce di una natura che a lui si ribella, forse è ora che cambi approccio. Speriamo che ciò avvenga!

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