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al testo di Gil
Una costante fragilit
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Una costante fragilità nel solco di una grande solitudine. Ti muovevi nell'incertezza delle parole eri timido perfino nel tuo respiro ogni passo inquietava il tuo silenzio.
Noi siamo figli di un destino ignoto senza futuro per la gloria di un epitaffio guardiamo il mondo che non ci riflette specchio mancato ad una nostra immagine dal nulla al nulla la linea terrena delle mani.
Avevi poco più di vent'anni ed un sogno, tra le pieghe degli inguini l'ardore degli anni figlio dello stesso tempo di tutti i figli di quel tempo che non conosce storia e in bocca l'amaro sapore delle assenze.
Siamo rimasti noi tuoi testimoni a celebrare ancora il tuo nome a ripeterlo nei luoghi della mancanza tra il muro e la strada degli antichi ricordi prima che l'ultimo degli sguardi
conosca anch'esso il proprio oblio.
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