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al testo di Franca Figliolini
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Fratello mio, ancora non dà lustro questo tempo passato, non si cancella la crudele efferatezza dell’addio e affiora nelle notti come un buco che mi inghiotta là dove il dolore non ti dava requie. E che nemmeno io la trovi nonostante il solerte aiuto della chimica e senta il bisogno di ridirlo, a significare l’insensatezza della pena inflitta ai viventi per la colpa d’esser nati, stupisce quasi quanto l’intatta gioia di vivere che a volte mi coglie, quando la natura sciorina la sua semplice bellezza o gli affetti aprono lo sguardo e il sorriso. Perché sì, la vita continua. Per inerzia più che per volontà, direi, eppure trova ancora la sua ragion d’essere. E allora così sia, Paolo caro: questo è quanto, qui sulla terra.
In memoria di mio fratello Paolo, nato il 29 aprile 1956; morto il 27 agosto 2015. |
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