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Questo era tutto il mondo

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Quello che non vedo è perché

non me l’ha mai detto mio padre.

Che non parlava molto, per dire di altri padri.

Tuttavia mi indicò in quale scena 

le nuvole fanno comparsa con la regia 

della pioggia - su per giù dai Lattari.

Lui guardava le stesse coste - per altro. 

Il ballatoio con un cotto d’epoca - orme dei

predecessori a carico. Quattro stanze,

quattro scalini, un cancello con quattro spilungoni

di ghisa che davano strada a volerne

per quattro vite - grame

di quella grana di pescatore cui le reti fanno il filo.

E senza coste inopportune - quasi che il mare

tornasse a casa. E la casa è una costa,

talvolta posseduta - da qualche sgombro. 

Ma la costa è dove occorre sia la tua parte

nel frangente - e resta l'unica al limite. 

Non io, seguace della corbelleria, fuggito

in un altro racconto che ancora vado facendo

dell’armonia che sciabordava sulla scala

a nome suo.

Questo era TUTTOILMONDO - a cinque anni

dal saperne di più sul calendario.

 

 Giovanni Rossato - 12/09/2020 23:37:00 [ leggi altri commenti di Giovanni Rossato » ]

La dimensione e lo spessore di un mondo altrove che è ancora qui.
Grazie Ferdinando

 Rosa Maria Cantatore - 12/09/2020 13:01:00 [ leggi altri commenti di Rosa Maria Cantatore » ]

non aggiungo altro. Perchè altro non c’è (o forse troppo altro)da aggiungere.

Versi stupendi.

 francesca espositi - 11/09/2020 10:24:00 [ leggi altri commenti di francesca espositi » ]

L’infanzia non è un bel periodo, non sono i bambini ad averla inventata. Troppe cose ci vengono rivelate e troppe taciute. Ma quando sai che qualcosa non ti viene detto, in quello stesso momento getti uno sguardo al di là della costa e, se non fossi ancora un bambino, se non ti trattassero come tale, forse nel corso della vita successiva soffriresti di meno.

 Laura Turra - 11/09/2020 06:39:00 [ leggi altri commenti di Laura Turra » ]

In quell’incipit c’è tutto, per me. Tutto ciò che racconta ora come era mio padre. Ora che non è più qui a dire le poche preziosissime parole che hanno costruito la mia vita. Una bellissima poesia, un bellissimo ricordo. Con emozione grande ti ringrazio, Ferdinando.

 Salvatore Pizzo - 11/09/2020 03:08:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

... "- quasi

che il mare

tornasse a casa. E la casa è una

costa,"

Mi viene quasi di vederlo proprio come uno di quei padri, quando è grosso il mare, che torna a casa e strepita e urla, straparla e mena botte peggio che agli scogli. Ma non è così: tuo padre è stato ed è un mare di cose che nel tuo petto pulsano di riconoscente amore filiale.
Sempre epico questo tuo amare i luoghi e gli affetti che ad essi ti legano. Li ami al punto da coniare un linguaggio che onori e gonfi di orgoglio persino le reti di un passato ripescato...
Grazie

 L’Arbaléte - 11/09/2020 00:27:00 [ leggi altri commenti di L’Arbaléte » ]

Ah, credo che sarebbero andati d’amore e d’accordo i nostri padri!
Sal, il mio, lo incontro ogni notte: si sfila i guantoni da sacco per la boxe invisibile e li appende al mio capezzale. Poi, mentre mi addormento mi sussurra: stanotte, figlio mio, ci alleniamo per tre round, facciamo un po’ di fiato, ti insegno due o tre finte per schivare e colpire infallibilmente il nostro morire con una gran botta di vita.

Nivasia infanzia, dolce mare...

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