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al testo di Lorena Turri
Maresci, porti lei la mia valigia
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Le scarpe infangate i guanti di pizzo macramè il vestito bianco - quello da sposa - indossato un solo giorno prima che uno nero mi vestisse a notte.
E le parole. Quante parole!
Pesano come gli anni della mia vita ordinati dentro la valigia.
La porti lei maresciallo ché io ormai mi sono alleggerita parlando a un silenzio legato con un nastro che non era il fiocco colorato che io credevo da appendere alla porta alla nascita del mio tempo.
E qui che cosa c’è? Mi faccia un po’ vedere.
Il mio corpo di donna strangolato con un filo!
Il mio cadavere – no! - non lo rivoglio lo tenga come dono souvenir di questo lungo viaggio lo metta nell’archivio insieme alle altre cose lo chiuda a chiave e non si dica mai che fu uccisa una madre celandole il mandante.
Porti lei la valigia maresciallo che io me ne vado senza pane e senza amore sulla strada inversa della mia folle fantasia.
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