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al testo di Vincenzo Corsaro
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Ad ogni nuova alba tutto si schiude ad essa, così pure le speranze, i sogni, le paure, i timori messi a dormire la sera prima.
Timidi sorrisi si accendono sui volti affacciati al nuovo giorno, silenziose preghiere s'innalzano in un'invocazione. I minuti, le ore trascorrono lente, un secondo dopo l'altro, come uno stillicidio, stilettate al cuore.
Quando la fine del giorno s'appresta, le paure riprendono vita e s'allungano come ombre su sogni e speranze rimaste nel limbo dei desideri incompiuti. Il nostro orgoglio viene ancora una volta trafitto, bastoni conficcati nella terra.
Tutto ciò che si chiede è vivere con la dignità che l'uomo ha sempre indossato anche se adesso vecchia e lacera, e non come quella gente dai volti consumati, abiti sciupati, occhi frenetici, troppo brillanti, disperati, speranzosi quando sanno che non c'è speranza e che si sono arresi.
Accovacciati contro un muro, sotto i ponti, mentre stringono le mogli, i mariti, i figli, non solo esausti, ma logori e inespressivi, a volte si destano da quel torpore per elemosinare dai passanti una moneta, un pezzo di pane, qualsiasi cosa. Sarebbe una vita di stenti... sarebbe una vita...senza vita. Ed è per tutto questo, per evitare tutto questo che vorrei un mondo migliore, e vedere la gente sorridere. |
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