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al testo di Domenico De Ferraro
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CANZONE DISPERATA
Canto , traducendo il verso nella sua singolarità, inseguendo una rana saltatrice alla ricerca della felicità, una cenerentola con il velo da sposa smarrita nell’ orrore della sera. Parole promesse ai messi commensali. E sulla scia dei fiori d’arancio il lungo viaggio della verità , mi porterà a incontrare gli altri nell’addio e nella sorte di questo sogno tricolore che colora il mio dire ed il mio verseggiare disperato. Frutto di una sintesi che partorisce la crudeltà di questa vita avvinta all’ edera , mesta nel crescere nella sorte che passa come fosse legata alla sintesi di un verbo negro, pieno d’invidia. Stipato in un bagaglio culturale di alcuni vagabondi del dharma. Nel tempo dell’amore, cerco di vivere il mio essere in una condizione inusuale al servizio della gente. Nell’orrore delle parole , morsicate in silenzio tra gli altri , in compagnia , dentro un autobus globale che muove le ali , nel verso fuorviante la meta promessa. Rinasco nel cerchio delle reincarnazioni nella bella canzone di un tempo avvenire che esule imprime il concetto melodico in un canto omologato all’avvenire. Parole dipinte di nero o di rosso sulla scia di un canto estivo disperato come me che eleva l’ animo mio gentile nel suo argomento filologico , inseguito dagli argonauti , lungo il mare egeo. Ed il suo bel ciglio ombra il mio cammino e fa affiorano le mistiche rose , nel silenzio delle mie idee. Pargoli baciati , da levatrici di concetti empirici , figli della mia pia volontà. Tutto quello che ho desiderato dire per inciso nell’ impossibile, anacronismo della partecipazione sedentaria dell’ atto filologico si riflette nella sua logica perpetua. Hanno fatto crescere il mio sognare hanno acuito il mio dolore in un epoca globale bagnata di tante sconfitte morali . Rimango seduto in disparte sotto gli scipi archi adombri di belle rimembranze . Vedo i figli della gente qualunque, correre , attaccata al suo tempo . Perduti molti appresso al loro nero amore per una donna senza nome. Tutto passa e tutto si svolge nella gaia scienza nella bella canzone della vedova . Figlia hai messo nel frigo il morto ? Lo messo di traverso Era corto Molto lungo Figlio Hai un nome ? Pianista Fumatore Figlio dei fiori Vagabondo Vado oltre quello che vedo Vado oltre il cerchio dei ricordi Oltre il negro ombreggiare delle foglie del bosco Oltre questo cadere e rialzarsi Scegli la scena Tutto fluisce nella calda sera dei disperati Nella bella estate dei desideri Tutto scende , tutto si anima Tutto scorre nello scrivere Nel ritornare ad ieri Nel canto della notte , sotto le mille stelle cadenti Ombre secolari abbracciate per strade asfaltate da poco Languidi baci Bei pensieri ,afferrati per il collo Tanti figli in seno Stretti al mio petto Rimanere qui da solo , difronte al mare, pronto a ritornare ad essere me stesso nell’estate dei miei verdi anni. Aspetto tutto passi, la morte e la tristezza Aspetto il vento ritornare da levante Aspetto rinascono i sogni degli ultimi Aspetto di rinascere Aspetto di andare a trovare la mia donna Un altra estate ,attraverso un'altra vita Con i miei ideali di ieri Con le stessi ali Nell’estate pallida ed assorta Nell’estate dei fanciulli Figli delle onde Pensieri gentili Giochi d’immagini Idee salterine Tutto scorre e tutto mi conduce dove nacqui Dove assaporai il gusto dell’amore Dove mi donai e danzai per giorni interi Dopo aver cantato la mia canzone disperata
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