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al testo di Guido Balbo
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Potremmo potremmo rubare alle mele il tempo ma manca la voglia. Impensabile l‘inerpicarsi tra i solari meandri di rituali amor duali. Secolari impedimenti incastonati tra maestri muri di questa nostra vita contrastano e solerte a inverosimili mostruosità sempre si prostra.
Sì che cavernicoli dovremmo oltre trapassato al remoto relegare ma nel tempo ha remato, purtroppo e, senza sbiadire, ne è rimasta al passo. Tant’è costretti s‘appare al non potersi disgiungere dal proprio masso.
Accesi l’occhi d‘accecanti emozioni, e meno, lucidi per insano egoismo, che ingrato mai la propria brama spenge anzi, per tangenti inconsistenti che offuscano le menti, spinge e tra nebbie avvolge di sogni evanescenti.
Mentre per bisogni - d’altri - assopito resta lo spiraglio giace all‘angolo da boria relegato.
E assottiglia il tempo come una tenaglia al loro collo stringe.
Narcisa e tenace è prigione
che ragioni non vuole sentire. |
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