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al testo di Dereck Louvrilanm
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“La parola, se non altro, ha le mutande grosse” Fausto Torre - Il tempo della soprastanza
Quale meridiana allunga l’ombra ai presenti per adesso? I presenti che convengono, ad ora sono binari nella memoria del computer; un convoglio ritengo - lasciando correre il nonsenso passeggero. Ho un cervello
in scatola, potrei dire, ma la mia mente è un’altra cosa da fare in seguito. Ad ora picchietto sui tasti e non telefono, digito nome, cognome, premo l’invio e trovo che sei nella lista doveri ancora.
Così poi si cercano i volti; i volti sono tra loro concorrenti, come le statue che mantengono in vita manifesti vuoti, ma per tutti i santi manca il posto, ad ora. Credo che la mia scrivania sia un buco di Wheeler
e divori i convenevoli: tra questi fogli ammassati i battiti e i sacramenti. Quello che so, ad ora, è che lo sterno è manovrato dal suo interno e se si chiarisce quel sintomo di colore vivo scompare un intero percorso. Come ti ricordo
ognuno è la chiave della sua portiera. Il piano da occupare è l’intera sera. Meglio i lampioni. Meglio l’artificialità del sole che il suo metro per tutto il tempo, così lavoro da controfigura nelle pagine che mi recitano, ad ora.
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