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al testo di Guido Balbo
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C’era una volta una leggenda. Riguardava ognuno di noi e parlava chiaro a finestre aperte. Come si potesse non avere paura di nulla.
Era la culla dei desideri celesti. E vive ancora sottomessa però a bramosia nostra incessante figlia di avidità crescente che ha disconosciuto il Padre per praticare un credo d’estremo opposto.
Libertà da padre amore inqualificabile pretesa che nasce tra diffusa indifferenza e psicolabili modelli che si dicono maestri pronti a credere al potere di chiunque utilizzare pur di sorreggere il proprio mondo, fatto di quel carciofino in più.
Un sottolio che per quattro soldi - probabilmente già nostri - purtroppo
troppo spesso riesce.
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