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Lapolide

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Gli piaceva

consumarsi all’asciutto

non spingeva mai

furono in molti ad avvertirlo

ma se sapeva del passaggio

aveva anche una sua idea

e in più c’era il suo culto

quella parte del passato

con quel tempo che rientrava

era come una rivalsa

non riusciva a rassegnarsi

poi gli dissero che

quello era il suo nome

e che dopo averla vista

non sarebbe più tornata.

 

 Darlene - 01/11/2021 10:53:00 [ leggi altri commenti di Darlene » ]

Nei versi iniziali di questa breve narrazione, intravediamo l’immagine di un uomo che cerca di condurre un’esistenza quanto più possibile scevra da convenzionalismi e condizionamenti precostituiti («consumarsi all’asciutto»). La sua vita oltrepassa gli angusti limiti delle credenze e delle certezze acquisite. Le conseguenze non lo coinvolgono, né si cura delle opinioni altrui. La sua stessa realtà lo trascina come corrente libera di un fiume. Conosce bene e prima di tutti la natura del «passaggio», ma non intende rivelarne i segreti. E non per sentimenti di rivalsa, ma per quella personalissima «parte del passato» e del «tempo che rientrava». Nella sezione conclusiva, sopraggiunge una misteriosa ed enigmatica figura femminile. Sappiamo che «gli dissero che quello era il suo nome», senza alcun altro indizio o legame di partenza. L’apolide... La giovinezza, o forse la vita stessa. Il tempo di sfiorarla, e non c’è più.

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