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al testo di Cinzia Marulli
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sentire quelle mani sempre scavare la pelle
il dolore nell’anima
camminare soli guardare oltre
sperare nel vuoto desiderare non sentire più quel fragore che insanguina
dimmi tu - dimmi ci sarà un giorno il bianco velo della resurrezione?
*
non c’era sapone - niente acqua - per lavare via l’ombra sudicia sulla pelle la pelle impaurita dalla carezza che ha il volto mostruoso di satana
ma la bambola le dimenticherà quelle mani sporche che l’hanno portata nel silenzio interno delle costole
il suo biancore immenso rende luce tra quel nero e l’avvolge nel suo stesso bene quel bene ha per combattere e quella pura essenza di bambina
niente reggerà il peso del mondo - atomi più grandi delle molecole - ognuno trova poi il suo riparo quel luogo sicuro e sacro dove non sentire
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Con la penna in mano scavare tra le costole
un violino urla lo sconcerto del vuoto
il dolore è una cosa solida quando afferra sono le mani a lasciare la presa.
*
Ancora mi chiedo cosa farò da grande mentre conto le rughe che sorridono sul mio viso
mi ostino a non tingere i capelli come se quel bianco fosse il velo della prima comunione
cerco un abbraccio lo cerco nello sguardo di chi non ho ancora incontrato
poi mi specchio negli occhi di mio figlio e ritrovo l'amore di mio padre forse sono loro la ragione il senso della vita
e questa parola che a volte mi esce insanguinata
[ da Autobiografia del silenzio - l’orco e la bambina, Cinzia Marulli, La Vita Felice, 2022 ]
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