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al testo di Ferdinando Giordano
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La periferia è ridotta a peste e corna e troviamo coraggio solo al centro commerciale che ignora quanto sia grossolana la polvere miracolosa che trasforma il cemento in vita. Il cuore va di corsa dagli occhi all’abbandono: una botta e via, ma l’emozione resta per quanto era terra e arbusti e camporella. Questo luogo è quello spazio in cui fermarsi richiede offerte votive, come il deputato si dice. Ho visto qualche dissanguamento salvifico. Ho sentito la mia buona vena ritirarsi finché lo spirito non l’ha saldata alla cassa. È il tempo questo in cui si consuma la tasca prima delle suole: l’inverso è già passato. Arancina, la mente gatta, è rimasta a casa e a farmi le fusa è l’inserviente dei panini. Ma una micia è una micia e il panino è a un pasto da me e dà mordente in luogo del ricordo più friabile a cose fatte.
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