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al testo di Caterina Alagna
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Sedie di sogni ammucchiati, usurate dal tempo, da una vita trascorsa. Sedie di sogni ammucchiati come cumuli di polvere esalano ancora l’antica forza di anime verdi pronte a sguainare una lingua costellata di rose, di fresche parole impetuose nel generarsi in amore su alcove di raso e sprazzi celesti. Gli innamorati contemplavano asettiche pareti che prendevano vita dietro il velo degli occhi vuoti come cinema di periferia. Erano giorni d’amore e il più inutile granello di sabbia conteneva l’intero universo. Il cosmo precipitava nell’anima e dipingeva distese di cielo. Sedie di sogni naufragati sulle rive di un tramonto, ammucchiano pile di panni. L’alba annuncia l’inizio di un nuovo giorno. Si mangia aria di vita vissuta, passata tra i capelli bianchi, sbiadita su vecchi album di famiglia sepolti da chili di sbagli.
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