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Lanno che va

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già gli alberi si stremano  di loro

tra richiami e voli di ramo in ramo

che poi è col vento che si stordiscono,

ed ancora è piacevole sentirli.

 

Il loro si fa grido quando sorda 

ne morde il tronco la sega o ne scheggia

il legno l'accetta. Oppure ne incide

corteccia mano d'amante che non ama

 

e ha un cuore che neanche bomba sbreccia

tanto si è perso tra ruderi e ceppi

che pare di granito persino ora

che il solstizio ridonda di mestizia

 

... ne ho sentito tante grida di alberi.

Come anche di uno stormire sui tetti

all'aria che sapeva di neve e fumo

crepitio di tronchi nel camino arsi. 

 Salvatore Pizzo - 12/01/2024 02:19:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

X Giovanni:
Si, qualcosa ci resta sempre in noi, al di là della cenere.
Grazie di cuore anche per quel superlativo assai lusinghiero.

 Salvatore Pizzo - 12/01/2024 02:14:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

X Vincenzo:
Bellissima la canzone di Guccini e bellissima anche la lettura che dai di questi miei versi, mio caro Vincenzo. Come sempre non riesco a ricordare quando ho iniziato a scriverli. Però ricordo che gli ultimi ritocchi li ho dati qualche settimana fa. Ti confesso che, data la situazione a Gaza, non avevo alcuna intenzione di pubblicare qualcosa che potesse richiamare alla memoria la Shoa. Ma, evidentemente, la scrittura spesso va oltre le intenzioni... oppure noi lettori andiamo oltre le intenzioni dell’autore? Me lo chiedo spesso, sai? Alla fine giungo sempre alla conclusione: è meglio che ognuno di noi sia libero di interpretare secondo il proprio sentire, ciò che legge. Solo così si può arrivare ad ampliare il discorso sulla poesia. Infatti, quando ho pubblicato questa poesia, non mi sarei mai immaginato che potesse richiamare alla mente l’olocausto e, addirittura, la canzone di Guccini. Adesso, grazie anche alla tua lettura, ci sono arrivato pure io. Te ne sono infinitamente grato.
Buonanotte

 Salvatore Pizzo - 12/01/2024 01:41:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

X Franca:
Mi dico sempre che la vita è solo una possibilità nell’universo impossibile. Infatti, se si prova ad uscire dal guscio atmosferico terrestre senza i dovuti accorgimenti, si va incontro a morte certa. Dunque siamo confinati a vivere su questo pianeta, a meno di non scoprire tecnologie che ci permettano di viaggiare e sopravvivere nello spazio. Dunque dovremmo avere cura di tutto ciò che ci permette di sopravvivere. Ma, purtroppo, come anche tu sai bene, non è così. Un giorno, tante vite fa, mi ritrovai a percorrere una strada, tra Veracruz e Campeche sul golfo del Messico, fiancheggiata per km e km da migliaia di alberi d’alto fusto sradicati ed abbandonati con le radici all’aria. Fu una visione mostruosa che mi si è stampata indelebilmente nella memoria. Poi, qualche anno fa, ci fu la bufera che abbatté centinaia di migliaia di alberi tra Veneto e Trentino. Se poi si pensa alla velocità con cui si sta distruggendo la foresta amazzonica. Allora vien da credere che siamo senza speranza: a maggior ragione che l’universo e gli eventi atmosferici ci sono tanto ostili, dovremmo imparare ad avere un maggiore rispetto per gli altri esseri viventi, come gli alberi ad esempio.
Anche a te una buonanotte e grazie di cuore.

 Salvatore Pizzo - 12/01/2024 01:20:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

X Angelo:
Grazie di cuore Angelo, sei gentilissimo nell’accogliere così entusiasticamente questi miei versi. Effettivamente, l’anno scorso è stato un anno tragico, per gli alberi del parco in cui vado spesso a fare quattro passi.

 Giovanni Rossato - 11/01/2024 22:20:00 [ leggi altri commenti di Giovanni Rossato » ]

E’ il passare di grido in grido il dirsi delle cose ma certo i tronchi arsi nel camino nonostante la cenere restano.
Bellissima, grazie Salvatore.

 Vincenzo Corsaro - 11/01/2024 11:57:00 [ leggi altri commenti di Vincenzo Corsaro » ]

Bella e profonda metafora sulla vita e il suo cammino verso un futuro utopico, un futuro oscuro che l’uomo stesso si sta costruendo perché ha cancellato i ricordi di cui parli nella bella chiusa che mi ricordano la canzone di Guccini e dei Nomadi:

"Son morto con altri cento
Son morto ch’ero bambino
Passato per il camino
E adesso sono nel vento
E adesso sono nel vento

Ad Auschwitz c’era la neve
Il fumo saliva lento
Nel freddo giorno d’inverno
E adesso sono nel vento..."

Una serena giornata :)

 Franca Colozzo - 10/01/2024 00:54:00 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]

Struggente poesia piena di malinconia e significati reconditi, questa tua lirica, Salvatore.
"L’anno che va" sembra barcollare in quest’esordio del 2024 dopo i brindisi di addio al 2023, che gli umani pensano essere di buon auspicio.
Purtroppo, la scansione temporale, offertaci dalla rivoluzione della Terra attorno al Sole, non è che un nostro sistema di misurazione legato alla concezione umana del tempo che non esiste, se non biologicamente. L’universo di muove in una danza stellare tra vortici e buchi neri ansiosi di affogare ogni materia e temporale umana follia.
Buonanotte.

 Angelo Naclerio - 09/01/2024 22:13:00 [ leggi altri commenti di Angelo Naclerio » ]

Questa,Salvatore, è una toccante struggente
poesia d’Amore, ben più che meravigliosa!

Me la ripeterò nella memoria passando tra gli alberi, sono certo si emozioneranno..

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