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al testo di Giovanni Rossato
Bugiardo (resettare lanima)
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No, non sono Dio, per gusto o per errore sono false le mie parole e i prati sono altra cosa dalla deriva di ciò che voglio e sono falso per necessita di non dirmi, dirmi davvero e parlo a me stesso tirando in ballo la luna e le stelle e non ballo, e non so neppure sorridere e mi prendo sul serio e dico addio brutto stupido e tu mi guardi e taci senza ritornarmi la palla e mi sorridono le malinconie, la vittoria del perdente o di chi non è di casa straniero per scelta, come l’essere malinconico fosse necessario. Sono in tanti sotto i nostri piedi e noi camminiamo lo stesso e non ci è dato, non ci è dato dirci diversi se non nel tempo. Le metafore sono la speranza e non ci resta che dire il vero ma non in faccia, non negli occhi, restiamo dove siamo partiti.
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Franca Colozzo
- 11/02/2024 22:45:00
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Chiedo venia dellassenza, chiedo venia di non essere molto presente e di commentare sempre gli stessi poeti. Ma sono ritornata, accolta dalle braccia di questa tua poesia che mi ha colpito per la consapevolezza confessa dellessere umano che ragiona sul suo enigmatico destino. Vita e morte si intrecciano in un ritmo che è proprio di ciascuno di noi quando ci soffermiamo a riflettere sul senso stesso della vita. Esuli da altre vite forse, camminiamo oggi qua senza sapere né la destinazione né in fondo chi realmente siamo, ovvero se esseri viventi o immagini riflesse di una realtà irreale. Molto coinvolgente e sentita è questa tua poesia sullo scorrere del tempo in un momento che ci coglie tutti impreparati. Mi piace averti ritrovato, a me che distrattamente calco vie terrestri con la testa sempre in aria. Buonanotte.
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Salvatore Pizzo
- 30/01/2024 01:55:00
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Un flusso di coscienza prorompente, questi tuoi versi: deliranti scaturiscono dal ribollire interiore danima persa. E cosa mai potremmo essere, se non individui smarriti in un mondo in cui è così difficile, addirittura comprendere, se si è partiti per un viaggio(la vita), oppure si è rimasti fermi in vita come in morte? Almeno, così la sento questa tua poesia e apprezzo assai, tanto da farla pure mia. Grazie
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Annalisa Scialpi
- 28/01/2024 15:05:00
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Le confessioni sono sempre sinonimo di coraggio.
E il coraggio è la polvere doro che risana le ferite
dellanima.
"La vittoria del perdente" mi fa molto riflettere.
Grazie carissimo.
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Vincenzo Corsaro
- 27/01/2024 20:08:00
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"A lungo ho camminato con scarpe chiodate sulla mia anima, ad ogni passo leco di uno scricchiolio che calpestava i suoi pezzi sul sentiero, frammenti sparsi su unesistenza vuota vissuta nella terra di nessuno. Nere bende cingevano i miei occhi, cieco a ciò che mi circondava, indifferente alla vita e ai suoi profumi. [...] Ma oggi, fra le nebbie delloblio, ho visto un essere accanto a me e con orrore ho capito chi è. "Smetti di guardare attraverso i miei occhi, smetti di pensare attraverso la mia mente, ciò di cui hai bisogno non è sempre ciò che vuoi", ho urlato allo sconosciuto che era in me, tremolò e scomparve avvolto da ali invisibili. [...] Mi è più facile commentare così questa tua profonda e bella poesia. Soprattutto mi ha colpito lultima frase che trovo immensa: "Restiamo dove siamo partiti" che interpreto come un viaggio per ritrovare ed essere sé stessi. Una serena serata Giovanni :)
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