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Questione di qualche giorno ancora e poi le liste dei candidati al prossimo Parlamento saranno pronte. Ci saranno, come sempre, nomi nuovi e i soliti noti.

I problemi che i nuovi eletti si troveranno da subito a dover affrontare saranno sicuramente quelli di natura economica: rilanciare la crescita, mantenere i conti pubblici in ordine, favorire la ripresa dell’occupazione.

Le diverse ricette per far fronte a questi enormi problemi le conosciamo bene o male tutti, si va dalla proposta di Vendola alla ricetta di Berlusconi passando per Grillo, Bersani, Monti con Casini per finire con Tremonti.

Quello che invece mi piacerebbe sapere dai candidati parlamentari dei diversi schieramenti è cosa pensano riguardo ad alcune “questioni” se vogliamo non così scottanti, ma indicative della visione della vita che hanno i soggetti in questione. Conoscere il loro pensiero, sincero, su tali argomenti ci potrebbe aiutare a scegliere il candidato che più rispecchia i nostri valori e la nostra visione della vita e forse ci permetterebbe alla fin fine di ottenere un Parlamento composto da persone più simili a noi, un Parlamento più umano.

Ecco le dieci domande alle quali mi piacerebbe che ogni candidato al Parlamento si sentisse moralmente desideroso di rispondere:

uno: che cosa significa per lei la parola felicità?

due: quando incomincia la vita umana: dal momento del concepimento o dal momento della separazione del bimbo dalla madre?

tre: pensa che la scuola in Italia abbia bisogno di maggiori sovvenzioni pubbliche o di maggiore libertà e autonomia?

quattro: in Italia nascono sempre meno figli, come pensa concretamente di aiutare le giovani famiglie e soprattutto le giovani madri a conciliare lavoro e cura dei figli?

cinque: l’Italia è un Paese dove il territorio non viene curato a sufficienza ed anzi viene deturpato da speculazioni edilizie di ogni tipo. Dall’altro lato sono state progettate in questi anni grandi opere, penso alla TAV, al Ponte sullo Stretto di Messina che costano miliardi di euro e che a molti cittadini non sembrano così urgenti e necessari. Lei cosa pensa in merito?

sei: secondo lei quale Europa abbiamo costruito sino ad ora e soprattutto, c’è bisogno di cambiare qualcosa oggi in Europa?

Veniamo ora ad alcune domande su argomenti più economici:

sette: ritiene che in Italia ci sia un problema di redistribuzione della ricchezza? Se si, come lo affronterebbe?

otto: recita la Costituzione: l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. Concretamente, ci dice una proposta attuabile subito per far crescere l’occupazione?

nove: spending review e sanità, ci dice come immagina il nostro Sistema Sanitario nazionale alla fine del suo mandato, tra cinque anni?

dieci: giustizia lenta e carceri strapiene di detenuti. Ci dice una proposta concreta per velocizzare la prima e rendere effettivamente rieducativa la pena del condannato?

Dalle risposte a queste domande (per nulla esaustive degli argomenti che si potrebbero ancora toccare) uscirebbe un’immagine dell’Italia presente e futura del nostro “candidato”.

Poi sta a noi giudicare e votare.

Diceva Charles De Gaulle: poiché un politico non crede mai in quello che dice, quando viene preso alla lettera rimane sempre molto sorpreso.

Cerchiamo, concittadini elettori, questa volta di scegliere bene il nostro candidato per non essere, tra cinque anni, ancora noi ad essere sorpresi di chi abbiamo eletto.

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