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al testo di Marco Galvagni
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Onda di marea risacca del firmamento, acqua che sale sulla rena dove le nostre orme, passeggiando, lasciano una scia di luce- t’apri come la corolla d’una rosa nell’aurora. Un immenso che graffia il vento come un potente lancio di frecce nel cielo.
Ah primavera di abbacinate farfalle, lei rondine innamorata che vola dal mio cuore al sole. Scalpita nel crepuscolo, i tratti del suo volto incisi dai coltelli nelle mie mani lei, i suoi acuti giunti ai miei lei, i suoi occhi marroni.
Lei, il suo cuore, libellula libera che come una formica intelligente con antenne d’istinto mi tocca. Se le mie parole la trapassassero come aghi dovrebbero entrare come spade in un velluto d’arazzi.
Fiamma di luci, liberami da questa notte cupa che annienta. Amami, desiderami: la tua voce riecheggia nell’aria e arde nel vento, la mia si smorza e muore. Il mio richiamo la raggiunse nelle notti di gelide stelle.
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