Sono gemma che sboccia
in silenzio al crepuscolo,
sotto gli occhi del tenero sole.
Sono flebile alito di tempo
che intona la mia nuda essenza,
tra i meandri dei miei anni.
Sono tenace speme
tra le mani di chi mi accoglie,
come ancora di salvezza.
Sono maledizione e benedizione
nell'attraversare
i giorni della ressa,
guardandomi senza
paura negli occhi.
Sono lacrime vissute
nei fondali delle sconfitte,
dopo manrovesci che fucilano.
Sono emozione che s'inebria
sul davanzale della vita,
nei respiri tra illusioni e realtà.
Sono dedalo nelle partite
più ardenti sul tavolo del fato,
mentre sudo l'agognata vittoria.
Sono scandalo su bocca di uomo
nella sua ceca
prepotenza ignorante,
sfigurando labile
la mia immagine.
Sono poema d'amore
nella primavera
del cuore innamorato,
nella veemenza
che toglie il fiato
nelle corde dei baci.
Sono le quattro stagioni
che temprano
i bagagli del mio vascello
lungo la via,
nei quattro venti che mi creano.
Sono il tuo vestito che nasconde,
ciò che sotto le spoglie di uomo
non t'appartiene completamente.
Sono frammenti di mosaico
in continuo ricomporsi
in inverno,
ed estate, autunno
e primavera.
Sono madre per natura
e latte per il suo pargolo,
tra le braccia
della provvidenza per scelta.
Sono la geisha
che ti ammalia
nell'arte della seduzione,
tra perle e piume
nella seta che ti avvolge.
Sono e ancora
io sono sempre
nelle mie infinite sfumature
anche quando non vuoi,
perché, sono un'anima
che si rigenera
in generazioni e generazioni.
Chiamami, chiamami
a squarciagola
e ti camminerò accanto,
saprò starti vicino, poiché,
il mio nome è Donna.
Laura Lapietra ©