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al testo di Ivan Pozzoni
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I tuoi occhi senza diametro m'hanno trafitto; mi sei mancata da morire, ma a chi urlarlo?
E mi manchi, anche ora: tutte le volte che ti incontro si mette male, ma anche tutte le volte che non sono riuscito ad incontrarti, ho stretto i miei denti tanto forte da averne estratto polvere d'oro, sabbia di stelle.
Perché sei tutto ciò che non sai d'essere, sei tutto ciò che non sarai mai?
Pur se fatico a scrivere, e scrivere – come ti ho detto- è un’odissea a te scrivo, a te – donna!- che mi bruci, che mi scotti, scrivo, scrivo, scrivo cercando di fondere i tasselli di zinco che, da anni, foderano il mio cuore, conservato in formaldeide.
Questo è unico modo di non sentirmi uomo, o di smettere di ululare alla stramaledetta luna; è stata una mossa azzardata, buttarmi fuori di strada, nascosto, mi hai stanato ora fai fuoco!
Eccomi; ecco, il tuo dannato trofeo, da mettere sull'orizzonte vuoto dei tuoi camini...
Dove troverai un altro, uomo in via d'estinzione, tanto matto da far innamorare le altre donne con il suo modo, dolce, d'osservarti?
[Versi Introversi, 2008] |
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