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al testo proposto da Loredana Savelli
Spleen
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Quando, come un coperchio, il cielo pesa greve Sull'anima gemente in preda a lunghi affanni, E in un unico cerchio stringendo l'orizzonte Riversa un giorno nero più triste delle notti;
Quando la terra cambia in un'umida cella, Entro cui la Speranza va, come un pipistrello, Sbattendo la sua timida ala contro i muri E picchiando la testa sul fradicio soffitto;
Quando la pioggia stende le sue immense strisce Imitando le sbarre di una vasta prigione, E, muto e ripugnante, un popolo di ragni Tende le proprie reti dentro i nostri cervelli;
Delle campane a un tratto esplodono con furia Lanciando verso il cielo un urlo spaventoso, Che fa pensare a spiriti erranti e senza patria Che si mettano a gemere in maniera ostinata.
E lunghi funerali, senza tamburi o musica, Sfilano lentamente nel cuore; la Speranza, Vinta, piange, e l'Angoscia, dispotica ed atroce, Infilza sul mio cranio la sua bandiera nera.
[da I fiori del male] [Traduzione di Giuseppe Cirigliano]
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Lorenzo Vazzana
- 20/05/2011 19:24:00
[ leggi altri commenti di Lorenzo Vazzana » ]
La bellezza di questi versi è infinita. Baudelaire sentiva più di qualunque altro la tragica situazione che si sarebbe creata con la massificazione delluomo e dellAngoscia e della prigione che gli sarebbe toccata. Immagini tetramente limpide, chiare( al contrario di Rimbaud che vedo un po precursore del surrealismo). Ma questi autori hanno scritto centanni prima, la situazione delluomo dal novecento in poi, fino alla prossima resurrezione.
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Franco Fabiano
- 17/11/2010 13:26:00
[ leggi altri commenti di Franco Fabiano » ]
Baudelaire, Rimbaud, Verlaine e gli altri Autori francesi di quel periodo hanno sempre qualcosa da dire alluomo - parlando a ciascuno dellUomo - delle sue differenti innumerevoli identità. Come per qualsiasi altro Poeta, è importante saper cogliere tra le righe, saper ascoltare...
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