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Un pensiero di don Tonino Bello

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«L’assassino non è un mostro, l’assassino è un nostro! Sì, questa è la vera tragedia: che chi ha sparato non è un mostro. Oh, come vorremmo che fosse un mostro, per poter scaricare unicamente sul parossismo della sua barbarie le responsabilità di questo assassinio! Ma chi ha sparato non è un mostro, e neppure un pazzo e forse neppure un criminale nel senso classico del termine. Non è un mostro. È un "nostro"! Un nostro concittadino, che, come ultima miccia, ha dato fuoco alle polveri che, almeno un granello, ci portiamo tutti nell’anima.»


(don Tonino Bello, dall'omelia del funerale del sindaco di Molfetta, Gianni Carnicella, ucciso nel 1992 )

 Maria Teresa Savino - 24/05/2012 15:10:00 [ leggi altri commenti di Maria Teresa Savino » ]

Don Tonino bello è stato un sacerdote di rara potenza comunicativa,oltre che di grande saggezza e vera bontà.Sì:i mostri non sono tra noi,anche se noi tutti spesso lo pensiamo per esorcizzare la cattiveria comune.Ci sono gli uomini che perdono il giusto controllo dei propri impulsi ed,alla fine, sono dei poveracci,dei vigliacchi senza spina dorsale,incapaci di risolvere correttmente i propri probleni di comunicabilità,di autostima,di ancestrali frustrazioni,incapaci di accendere in sè quella piccola luce interiore che illumini loro il cammino.

 Alessandra Ponticelli Conti - 24/05/2012 11:25:00 [ leggi altri commenti di Alessandra Ponticelli Conti » ]

Condivido pienamente. Ho sempre pensato che la nostra anima sia un’entità composita. In ogni essere umano c’è del buono anche se spesso sono l’aggressività e la cattiveria a prevalere. Un mostro è sempre "un nostro" che tentiamo di allontanare il più possibile da noi per difenderci inconsciamente dalla paura di diventarlo.

 Loredana Savelli - 22/05/2012 18:28:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Penso che la potenzialità distruttiva insita nell’uomo ci accomuni tutti, appunto in quanto uomini. Chi ha avuto la fortuna di accedere a "strumenti di compensazione" o "ammortizzatori" quali la cultura, l’educazione, la realizzazione di sé, una qualità di vita dignitosa per ciò che riguarda i beni fondamentali ecc., non per questo deve giudicare senza appello chi è vittima di una "stuttura di peccato" (il male, il delinquere); ovviamente il discorso è ampio e comprende tutte le istituzioni educative e sociali, ma ritengo che dobbiamo partire dalla consapevolezza degli aspetti ambivalenti che costituiscono ciascuno di noi.
Don Tonino, che ho conossciuto di persona, è stato un testimone molto credibile in merito a questo.

 Luciana Riommi Baldaccini - 22/05/2012 17:02:00 [ leggi altri commenti di Luciana Riommi Baldaccini » ]

una precisazione: "ce lo portiamo dentro di noi potenzialmente"

 Luciana Riommi Baldaccini - 22/05/2012 17:00:00 [ leggi altri commenti di Luciana Riommi Baldaccini » ]

È proprio così, Loredana, il "mostro" ce lo portiamo dentro; abbiamo solo un’arma per neutralizzarlo (almeno in noi e in coloro su cui possiamo avere una qualche influenza, soprattutto culturale): conoscerlo e umanizzarlo.

 Silvia De Angelis - 22/05/2012 16:55:00 [ leggi altri commenti di Silvia De Angelis » ]

Decisamente questa considerazione fa molto riflettere e acuisce il senso di dolore e forte ombrosità che sovrasta l’accaduto...
Grazie Loredana

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