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Vicolo stretto

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Il vicolo s’è fatto
Stretto ed erto
Ed io pesante
D’anni e di doveri
Continuo a inerpicarmi.
Sovente
Incontro un uomo
Che scendendo svelto
Nel passarmi accanto
Sorridente mi sfiora.
Ad ogni suo passaggio
M’adombro di tristezza
Perché vorrei fermarmi
Ma non posso.
Non sono rondine
Non faccio primavera.
D’autunno sono foglia
Ormai dispersa
Da un perenne vento
Che porta sabbia di deserto
E, solo a volte,
salmastri effluvi
di scoglio
e di sfiatare di balene
allegre.

 ro. per. - 26/05/2011 14:23:00 [ leggi altri commenti di ro. per. » ]

Bella questa tua lirica, o Maria! L’ho immaginata da te detta con la tua cadenza vocale che ne rimanda il passo, apparentemente spezzato del verso, che invece scorre fluido nella logica e nel suono.

 Maura Potì - 26/05/2011 10:53:00 [ leggi altri commenti di Maura Potì » ]

Si, d’accordo con Nando: è palpabile l’autoironia, condita da un pò di malinconica tristezza.
E’ sensazione condivisa quella che così efficacemente racconti in questa bellissima poesia: ricambiare il sorriso di un uomo che fortuitamente incroci nella quotidiana corsa e sentire che qualcosa in te si risveglia, ma non abbastanza da fermare il tempo e consentirti l’abbandono ai sensi e autorizzarti a vivere, ancora. Nel condividere quel che senti e pensi, mi sento però in dovere di dirti che...probabilmente non è l’atteggiamento giusto, il nostro ;)

 Nando - 03/05/2011 15:07:00 [ leggi altri commenti di Nando » ]

Una bella poesia, gustosa nella sua autoironia e particolarmente frizzante per il tema a cui rimanda, che mi sembrerebbe di riassumere così: invecchiano i nostri corpi, ma rimangono intatte le nostre "essenze", sentimenti e desideri in cammino.

 Loredana Savelli - 02/05/2011 21:42:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

"Balene allegre": bell’immagine che stempera la pesantezza dell’inerpicarsi e riscatta la salita con una virata di autoironia (forse).

Una bellissima poesia!

 Domenico Morana - 02/05/2011 20:04:00 [ leggi altri commenti di Domenico Morana » ]

Bella, Maria.
All’incrocio con Vicolo Corto dovevi fermarlo e offrirgli la scelta tra la carta degli Imprevisti e quella delle Probabilità.
Perdonami per la scemenza, mi piaceva dirla come m’è piaciuta la tua poesia.
Ciao
Domenico

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